LA REPUBBLICA (M. PINCI) – Saluti nazisti e saluti militari, le braccia tese di Sofia e quelle di Parigi piegate sulla fronte a rendere omaggio ai soldati turchi. La notte più buia della storia recente del calcio europeo ha costretto l’Uefa ad accendere i riflettori: gli episodi di razzismo dei tifosi bulgari nei confronti degli inglesi Rashford e Sterling, “colpevoli” di avere una pelle pin scura di loro, ma pure la sceneggiata dei calciatori della Turchia dopo il pareggio contro la Francia, non resteranno impuniti.
Nonostante il ridimensionamento grottesco tentato dal ministro turco Kasapoglu («II doppiopesismo dell’Occidente deve finire, il saluto ai soldati è un gesto di pace»), gli episodi di lunedì notte hanno rischiato di esplodere in altrettanti casi diplomatici. La ministra dello Sport francese Roxana Maracineanu ha chiesto «sanzioni esemplari» contro i giocatori turchi, il premier britannico Boris Johnson auspica una «rapida azione della Uefa» dopo “quel vile atto razzista” subito dalla squadra inglese in Bulgaria. La questione a Londra è arrivata addirittura in Parlamento, dove la ministra ombra dei laburisti, Rosena Allin-Khan ha fatto una interrogazione urgente sull’episodio di Sofia, proponendo misure drastiche: «Le multe non bastano — ha detto la parlamentare — ora serve comminare le sconfitte a tavolino o l’espulsione delle squadre dalle manifestazioni, se i giocatori escono dal campo devono avere il pieno sostegno di Parlamento e Federazione».
Parole destinate a cadere nel vuoto da un punto di vista formale: l’Uefa non interloquisce con i governi nazionali ma con le federazioni. E il presidente Ceferin ha anche difeso le proprie scelte: «Certe opinioni sulle nostre iniziative per la lotta al razzismo sono lontane dalla realtà. Anche i governi devono fare di piti». Eppure la pressione internazionale un risultato lo ha prodotto. Se fino a ieri mattina l’orientamento di Nyon era di non sanzionare il saluto militare dei turchi (già ostentato contro l’Albania venerdì scorso), oggi la posizione è diversa. Ieri l’Uefa ha nominato un «ispettore etico per avviare indagini disciplinari in merito a potenziali comportamenti politici provocatori» dei giocatori turchi. Il delegato dovrà fissare paletti destinati a fare giurisprudenza: entrare nell’interpretazione di un’esultanza e stabilire se quel comportamento tradisca il divieto di azioni politiche nei tornei Uefa. I saluti nazisti di Sofia hanno invece ribaltato la Federcalcio bulgara, che ha subito la perquisizione della procura e incassato le dimissioni del presidente Mihajlov. Eppure le accuse per la discriminazione razziale dei suoi tifosi compaiono nel documento Uefa insieme alle contestazioni alla federazione inglese per lo scarso numero di steward: uno sbilanciamento evidente. Gianni Infantino, n.1 della Fifa, avverte: «Siamo pronti ad estendere le sanzioni europee a livello mondiale, ma dovremo anche pensare in modo più ampio a cosa possiamo fare per risolvere il problema. I razzisti vanno espulsi dagli stadi». Ora tocca all’Uefa.