Una lectio magistralis di romanismo e romanità. Una conferenza di oltre 40 minuti, che può diventare anche il manifesto della nuova Roma. Perché in questa sua terza avventura sulla panchina giallorossa Claudio Ranieri ha fissato i punti cardine del presente e – forse – anche del futuro del club. “Io parlo sempre in faccia e ho detto al presidente che ha sbagliato – dice Ranieri -. Lui mi ha lasciato a bocca aperta per il bene che vuole al club e alla città. Mi ha detto che non può girare il mondo e vedere Roma con una squadra che non funziona. In Italia c’è bisogno che il presidente sia presente e si faccia sentire. Mi ha risposto di aspettare il momento giusto”.
“Sarò l’uomo che gli sarà vicino. Dan aveva bisogno di una persona di calcio, conosciuta, per aiutarlo a riportare la Roma in alto”.
Come scrive la Gazzetta dello Sport, e allora adesso lavorerà da allenatore, ma inizierà a pensare anche già da dirigente. Con un occhio al passato e al cuore, che poi vuol dire Totti e De Rossi: “Non sono chiuso a nulla. Poi parleremo con Francesco, vediamo se potrà darci una mano. De Rossi? Per ora non ho pensato a lui come allenatore. Non mi sento di illudere nessuno, poi vedremo”. […] Infine Dybala: “A Friedkin l’ho detto subito, io farò come mi pare, non mi interessano le clausole. Lui è di un’altra categoria”.