La vittoria della Conference League, la foto iconica con il Colosseo sullo sfondo, non certo una casualità, l’accordo con una maison storica come Fendi: lo aveva detto giorni fa il CRO della Roma, cioè il responsabile dei ricavi, Ryan Norys, che l’obiettivo era «cambiare il modo in cui il club ha operato storicamente e portarlo in questa nuova era».
Come scrive la Gazzetta dello Sport, i Friedkin ei loro manager hanno intrapreso un’altra direzione rispetto all’approccio della vecchia proprietà e Norys, nelle sue dichiarazioni a offthepitch.com ha fatto un paragone di quelli eccellenti: «Quando sono arrivato il club aveva una visione ancora molto locale. Era molto Manchester City, quelli sembravano la loro cultura e i loro valori. Non per fare un paragone, ma la Roma è molto simile. Da una certa prospettiva dobbiamo essere sensibili ai prezzi per raggiungere direttamente i tifosi».
Un esempio gli abbonamenti e i costi dei singoli biglietti. La Roma ha scelto di venire incontro alle persone, provate anche economicamente da due anni di pandemia, e in effetti le persone hanno ricambiato. «Con la Roma – ha detto ancora Norys – siamo molto più strategici non solo nel modo in cui manteniamo la cultura e l’ethos del club a livello locale, ma anche nel portare avanti il messaggio, nel coinvolgere i tifosi senza alienarli o farli sentire come se non fossero la cosa più inportante». Rispetto a chi parlava di tifosi-clienti una rivoluzione.
Poi la questione stadio: «Non conosco la situazione a fondo, ma una cosa è certa, i Friedkin sono davvero ambiziosi e qualsiasi club al mondo trarrebbe vantaggio dalla costruzione di un nuovo impianto».