IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) – Dopo una lunghissima e, almeno fino ad ora, ingiustificata pausa, torna nell’agenda quotidiana degli uffici capitolini il dossier Stadio dela Roma di Tor di Valle. Mentre il nuovo management di Eurnova ha avviato contatti sia con la Roma che con altri soggetti per giungere, all’indomani del via libera finale al progetto, alla vendita di tutto il pacchetto. In sostanza, un eventuale nuovo partner potrebbe affiancare Pallotta rilevando da Eurnova i terreni a quel punto già pronti per rapertura dei cantieri.
Si comincia lunedì, con una coppia di riunioni – mattina e pomeriggio – dedicate ad analizzare le osservazioni alla variante urbanistica, presentate da cittadini e associazioni, e le relative contraddizioni. E, per martedì in calendario entra la discussione sulla convenzione urbanistica, il contratto che regolerà i rapporti fra il pubblico e i proponenti privati del progetto e che determinerà, fra l’altro, anche il cronoprogramma delle costruzioni. Si riparte, dunque. Si smuove il Campidoglio dal torpore in cui era precipitato al’indomani del deflagrare dell’inchiesta Rinascimento con l’arresto, il 13 giugno, del patron di Eurnova, Luca Parnasi, di 5 suoi stretti collaboratori, e di Luca Lanzalone, avvocato che, per conto del Campidoglio, aveva sbloccato il progetto dall’impasse in cui raveva gettato l’ex assessore all’Urbanistica della Raggi, Paolo Berdini. Da allora, sullo stadio era calato un “coma indotto”, interrotto a fine luglio da un incontro fra l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, e direttore generale di Palazzo Senatorio, Franco Giampaoletti, con i nuovi vertici di Eurnova, l’ad Giovanni Naccarato e il consigliere d’amministrazione Giovanni Sparvoli, accompagnati, nell’occasione dal dg giallorosso, Mauro Baldissoni. Da quell’incontro di fine luglio, lentamente, sono ripresi i contatti fra proponenti e uffici comunali.
La due diligence intera richiesta dalla Raggi ha di fatto esaurito ormai il suo ruolo di “copertura” dell’immobilismo mentre, come rivelato da Il Tempo, si è dissolta la storiella dela ricerca del “soggetto terzo” (copyright Virginia Raggi) cui affidare un check focalizzato sugli studi sui flussi di traffico dopo la diffusione delle intercettazioni in cui Parnasi dava indicazione ai suoi tecnici, di silenziare qualunque questione sul caos mobilità dovuto alla cancellazione del Ponte di Traiano pretesa dalla Raggi per ottenere il taglio delle tre Torri di Libeskind. Il riavvio del lavoro degli uffici su osservazioni e controdeduzioni alla variante urbanistica – in totale sono giunte 60 osservazioni in tempo utile, 2 oltre la scadenza dei termini e tutte sono state raggruppate in 47 macrotemi – non va, almeno per ora, interpretato come un’accelerazione dei tempi ma solo come una ripartenza. Secondo Radio Campidoglio, difficilmente si andrà in Consiglio comunale per la votazione sulla variante urbanistica prima della conclusione dell’indagine penale. Nel merito, l’orientamento che negli uffici starebbe prendendo piede è quello di accogliere quelle osservazioni già presentate durante la Conferenza di Servizi e da questa fatte proprie e inserite come prescrizioni ai proponenti. Al contrario, quelle respinte dalla Conferenza dovrebbero essere ugualmente rigettate anche nella loro formulazione da osservazioni. Anche perché, se ne venisse accolta qualcuna, visto il loro contenuto (mobilità principalmente), vorrebbe dire stravolgere il progetto, sconfessare la Conferenza e dover riscrivere la delibera di pubblico interesse. Strada impercorrible. Per tutti.