IL MESSAGGERO – S. CARINA – L’esame più importante, quello con la gente, sembra averlo superato. Ascoltare il presidente della Roma parlare, ribadire come non sia in programma la cessione di De Rossi, fissare l’obiettivo di questa stagione e delle prossime nella qualificazione in Champions, è stata la ventata di freschezza che serviva per provare ad archiviare la sconfitta di Verona.
Ieri nelle radio locali – stella polare degli umori della tifoseria – il modo di fare di Pallotta, semplice e diretto, è piaciuto a molti. Si è discusso addirittura del suo vestire casual (camicia a quadretti e smanicato imbottito): la maggioranza lo ha ritenuto sinonimo di familiarità con l’ambiente nel quale si trovava. La figura di Pallotta è apparsa allo stesso tempo rassicurante ed estroversa, allegra e alla mano: easy come direbbero a Boston. Martedì, nel giorno trascorso fin dal mattino a Trigoria, ha destato ancora una volta un’ottima impressione sia nella squadra che negli stessi dipendenti del centro sportivo Fulvio Bernardini. Cordiale, un sorriso per chiunque lo incrociasse, ha assistito all’allenamento di Osvaldo e compagni per poi scendere negli spogliatoi e ascoltare, insieme con il dg Baldini, il discorso che il nuovo Ceo, Zanzi, ha fatto alla squadra giallorossa.
SUL PALCO In serata, poi, ha partecipato alla cena di Natale della società, nella quale è salito sul palco solo per il brindisi con Romagnoli e Totti, rispettivamente il più giovane e il più anziano del gruppo di Zeman. Non ha annoiato la platea con discorsi retorici ma ha semplicemente ringraziato i presenti per il lavoro che stanno portando avanti. Per lui, era stato preparato un video con diversi gol segnati durante la stagione. Il presidente ha mostrato di gradirlo molto al punto che ha chiesto e ottenuto una copia che porterà con sé negli Usa. Poi, finita la festa, con lo staff dirigenziale si è diretto in un ristorante del centro della città. In pieno stile americano, Pallotta è più amante delle cene rispetto ai pranzi. Intenditore e appassionato di vini (nella tournée negli Usa ci fu una lunga conversazione con Heinze che in Argentina ha un’azienda che li produce), ama – e non potrebbe essere altrimenti viste le origini – la cucina italiana. E adora la città di Roma.
IL TOUR Dall’Hotel de Russie, dove alloggia, lunedì era uscito nel tardo pomeriggio per una breve passeggiata in via del Corso, approfittando dell’occasione per fare anche un po’ di shopping. Martedì, invece, era stato il giorno dedicato alla visita a Trigoria, alla presentazione del nuovo ceo e alla cena sociale. Ieri si è però voluto regalare un’intera giornata con il figlio Michael (accompagnato da alcuni amici) e il collaboratore Alexander Zecca. Mischiato ai turisti che affollano le vie della nostra città, si è prima recato a Piazza Navona – che in occasione delle feste assume un fascino particolare – per poi spostarsi ai Musei Vaticani. A pranzo si è fermato in un ristorante al Pantheon. Oggi dovrebbe passare al centro sportivo Fulvio Bernardini (c’è il cda del club) ma l’attesa è per sabato quando assisterà a Roma-Milan: «Non vedo l’ora di portare mio figlio all’Olimpico per far vedere quanto siano fantastici i tifosi della Roma». E pensando a loro ha avuto nuovi contatti per lo stadio di proprietà. Soprattutto con il costruttore romano Luca Parnasi.