Sei vittorie, tre pareggi e tre sconfitte. È questo lo score della Roma dall’arrivo di Ranieri in panchina, riuscito a capovolgere una situazione drammatica e a risollevare una squadra ai minimi termini dopo l’era Juric.
Ma i freddi numeri – 1,75 punti a partita, 26 gol fatti e 13 subiti – non riescono a fotografare al meglio il lavoro dell’allenatore da quando ha ereditato la panchina a novembre. Il primo merito, oltre ad aver riportato i giallorossi nella parte sinistra della classifica, è aver recuperato al meglio diversi senatori: Paredes, Hummels e Dybala sono letteralmente rinati sotto la sua guida e specialmente la Joya è tornato ad essere un calciatore utile e decisivo per tutto l’arco delle partite. In attesa che scatti l’ormai certo rinnovo contrattuale, per il quale bastano al massimo altri quattro match da titolare (considerando una Roma in finale in entrambe le coppe), il numero 21 si è preso la squadra sulle spalle ed ha ritrovato smalto fisico e sorrisi. Regalando con il Genoa un’altra prestazione da vero leader. Altro merito di Ranieri è quello di aver resto lo Stadio Olimpico un fortino, con quattro vittorie di fila in campionato e altri due successi con Sporting Braga e Sampdoria. Con in generale buone dimostrazioni di una manovra fluida e votata a creare diverse occasioni da rete.
(…) Come scrive il Tempo, Ranieri si sta concentrando pure sul mercato, da cui si aspetta 2-3 innesti. Il primo sarà quasi sicuramente Rensch: la trattativa è alle battute finali. Poi continua la caccia a Frattesi e ad un centravanti di scorta. L’operazione Gollini prima di domani non subirà passi in avanti (su Ryan c’è anche l’Al Shabab).