SOCCERITALIA.INFO – È sbarcato stamattina alle 7.45 a Fiumicino Thomas R. Di Benedetto, dopo un lungo viaggio da Boston a Roma, che però in realtà era iniziato già sabato. Infatti, un po’ per sfruttare il fattore sorpresa, il prossimo presidente della AS Roma aveva deciso di partire da Miami – che vicino alla sua residenza di Ft. Myers – passando per Atlanta. Una volta sul volo Delta che da Atlanta porta a Roma qualcosa però non andava dal punto di vista tecnico, e il pilota ha così deciso di atterrare a al Logan International Airport di Boston per i dovuti controlli. Niente di grave per fortuna, solo una toilette rotta, che però non è stato possibile riparare in poco tempo, e che quindi ha impedito all’equipaggio di riprendere il volo negli orari consentiti. E quindi niente Roma di domenica, dove magari avrebbe fatto un passaggio veloce a San Pietro per la messa, da fervente cattolico qual è e con conoscenze importanti anche in Vaticano.
DiBenedetto, la cui città di provenienza è proprio Boston, ma avendo la famiglia in Florida, è stato quindi costretto a soggiornare una notte presso il bellissimo Seaport Boston Hotel situato sul fronte oceanico della città del Massachusetts. E di lì, col supporto di una società di PR americana presente anche in Italia con un partner, ha fatto la lunga chiacchierata sulla Gazzetta dello Sport, che oggi gli ha dato spazio in prima –
col titolo “La mia Roma all’americana” – e su due pagine all’interno a cura del cronista Alessandro Catapano.
Ma le difficoltà del viaggio non sono certo finite lì. A causa dello stop over del giorno prima ha dovuto quindi prendere il volo diretto Alitalia in partenza da Boston nel tardo pomeriggio di ieri (le 23.30 in Italia), che però essendo pieno lo ha visto volare in economy in compagnia di uno dei suoi avvocati. Vestito sportivo, con indosso una felpa arancione dei Red Sox di cui è tra i proprietari, DiBenedetto è stato ovviamente riconosciuto da qualcuno dei presenti sul volo, e così anche l’avvocato che lo ha accompagnato, inchiodato a parlare dal vicino di seggiolino ovviamente tifoso romanista.
Solo l’inizio dell’assedio per i due che, nonostante la security presente già sotto la scaletta, hanno trovato una trentina tra operatori dell’aeroporto e rampisti fermi lì con i telefonini pronti a scattare, un paio di loro muniti anche di cappelletto della Roma. La domanda sorgerebbe spontanea: ma allora chi lavorava all’aereo? Comunque, a quel punto gli agenti della sicurezza, insieme a quelli della Guardia di Finanza di Fiumicino, hanno provato a depistare i cronisti, prima facendo infilare uno spaurito gruppetto di americani nel pulmino adibito, e poi correndo alle partenze nazionali (inseguiti da due affannati cronisti dell’’ANSA un po’ in la con gli anni). Tutto inutile però, perché inevitabilmente le voci corrono in un “piccolo aeroporto”, e all’uscita si contavano a decine fotografi, operatori televisivi e rappresentanti di radio, giornali e blog dedicati alla AS Roma, in una ressa che ha visto qualcuno dei presenti fare anche qualche capitombolo.
Una volta in macchina c’è chi ci ha provato, tra cui una Mini bianca con tanto di telecamera attaccata sopra, ad inseguire le due macchine nere della security, che però sono sfrecciate sull’autostrada per Roma, direzione pare Hotel Excelsior, in Via Veneto, e di lì poi presso lo Studio Cappelli, dove intorno ad un tavolo è iniziata da qualche ora la trattativa finale che porterà finalmente la AS Roma nelle mani di Thomas R. DiBenedetto.
Welcome Tom. Questo è solo l’’inizio….