Anche a Milano è tempo di indagare sulle plusvalenze, quelle dell’Inter stavolta. La procura ha infatti aperto un’inchiesta che ipotizza il reato di «false comunicazioni sociali» in un fascicolo a carico di ignoti, cioè senza indagati. Così la lente è stata indirizzata soprattutto su quella novantina di milioni di plusvalenze realizzate dai nerazzurri nei bilanci di due stagioni sportive, la 2017-18 e la 18-19. Ieri, su delega dei pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi e del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, i finanzieri hanno passato quattro ore in viale della Liberazione, sede del club campione di Italia, e sono andati pure nella Lega calcio, lì dove i club depositano i contratti. Hanno acquisito i documenti su tutti i trasferimenti del periodo in oggetto.
Come scrive la Gazzetta dello Sport, nel mirino ci sono gli scambi di una decina di giocatori, non tutti di prima fascia, attraverso cui si sarebbe realizzata una presunta operazione di «window dressing». Ovvero un maquillage dei bilanci per dare una rappresentazione migliore delle condizioni della società pur di rispettare i parametri di fair play finanziario richiesti dalla Uefa per l’iscrizione ai campionati. Così, tra altri meno noti, sono stati prelevati i documenti sul portiere romeno Ionut Radu, sul difensore belga Zinho Vanheusden e sull’attaccante azzurro Andrea Pinamonti, tutti “rimbalzati” in diversi momenti tra Inter e Genoa.
Proprio la punta, prima di essere riportata a Milano, aveva garantito nel 2019 la plusvalenza maggiore di tutte quelle sotto osservazione: 19 milioni. Al momento, ogni ipotesi è comunque allo stato embrionale e il club nerazzurro con un comunicato immediato si è detto tranquillo: «I bilanci della società sono redatti nel rispetto dei più rigorosi principi contabile. Nessun tesserato è indagato e nessuna contestazione è stata formalizzata in quanto si tratta di indagini preliminari». Insomma, filtra serenità anche perché si fa notare come le valutazioni dei calciatori siano per definizione sempre “aleatorie”.