Daniele De Rossi è intervenuto in conferenza stampa dal ritiro della Nazionale italiana: “La mia condizione fisica è ottima, a parte questo fastidio al tendine, che per me è un punto molto delicato. Grazie al lavoro straordinario fatto nella Roma era un anno, un anno e mezzo che non avvertivo dolore. Poi è riuscito fuori, forse per i campi troppo duri e il caldo. È un’infiammazione che non passa se non ti fermi, ma io sto bene, avete esagerato nelle valutazioni di quest’infortunio. Conte è un grande motivatore. Non siamo i favoriti e ne siamo consapevoli, ma siamo una buona squadra in grado di battere chiunque. Una situazione simile a quella che ho vissuto a Roma: tutti sapevano di poter vincere o perdere contro di noi. Il caso Totti-Spalletti? È spiacevole quando c’è tensione nello spogliatoio, in particolare quando parliamo di uno degli allenatori più bravi e del più grande calciatore della storia della Roma. Ho sempre pensato che parlare di questa storia non faceva che creare ulteriore scompiglio, per questo non ho mai detto nulla e non lo farò neanche adesso. Differenze rispetto al passato? Nei precedenti Europei ero sicuro di essere convocato, pur sbagliando magari qualche amichevole. Ora invece conta la condizione atletica con cui ti presenti a questo appuntamento, e con i problemi fisici che ho avuto sono stato sempre un punto interrogativo per l’allenatore. Per questo ho dovuto avere un approccio diverso, questa volta era utile anche fare bene in partitella per dimostrare la mia condizione. Lasciare la Nazionale? Io la reputo una furbata, non bisognerebbe rinunciare alla Nazionale se non per gravi problemi fisici. Io sono onesto, per me essere tra i 23 era solo il primo passo. Ora voglio giocare quest’Europeo e vincerlo. Se i prossimi Ct decidessero di non convocarmi non mi vergognerei, ma risponderei presente anche a una chiamata contro le Far Oer in caso mancasse l’ultimo uomo. Ora c’è gente più allenata e meno allenata, o gente che difficilmente ha giocato a questi livelli, ma vi posso garantire che qui si fa un lavoro durissimo, probabilmente il più duro che ho fatto in carriera. La Juve di Conte, oltre ad avere forza tecnica, aveva una condizione fisica superiore alle altre squadre, e ora spero che questa fattore possa ripetersi anche per l’Italia. L’aspetto tattico è anche importantissimo. Conoscere la posizione di un compagno senza vederlo è un grandissimo vantaggio e in questo avere un allenatore che cura tanto la tattica è un aiuto. A Roma non ho avuto problemi al tendine, ma muscolari, al polpaccio e ai flessori. Non mi sono curato pensando all’Europeo. Anzi a volte l’ho trascurato perché forzavo per tornare velocemente con la Roma. Probabilmente contro il Real Madrid non avrei dovuto giocare, ma io sono fatto così. Ho forzato il recupero per giocare perché volevo aiutare i miei compagni, pensando che non mi sarei rifatto male. A maggio gli obiettivi sono diventati due: finire bene con la Roma per venire poi qui. La Roma solo 3 giocatori in Nazionale? Non sono pochi, anche guardando Inter, Milan e Napoli. Non devo consiglaire alla Roma di puntare sui giovani italiani, fanno un grandissimo lavoro i nostri dirigenti Sabatini, Conti, Massara. Basta guardare la Primavera che è in finale, ma anche i Giovanissimi e gli Allievi. Il settore giovanile ha prodotto giocatori come Florenzi e Totti, e anche tanti altri ceduti per guadagnarci tanto. Anche gli introiti sono importanti. Non parlo dell’allenatore della Primavera perché sarebbe scontato; spesso noi De Rossi non siamo pubblicizzati, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La 10 a Thiago Motta? I numeri di maglia sono importanti quando sei più giovane, per me non ha tanta rilevanza, e probabilmente neanche lui, è stata una scelta dell’allenatore. Vi posso assicurare che lui è un ragazzo eccezionale, e a quelli che dicono che non abbia qualità tecniche dovrebbero sciacquarsi la bocca e vedere come tocca la palla. Ha sicuramente caratteristiche diverse da Baggio e Totti. Pirlo? È stata una scelta dell’allenatore e anche sua di andare a vivere nel posto migliore al mondo per farlo. Aggrapparsi per forza a un ruolo in Italia non lo reputo necessario e credo neanche lui. Un’esperienza in America mi piacerebbe, perché se dovessi andare via da Roma vorrei distaccarmi totalmente. Il Boca? Anche quella è una possibilità, ma non è il momento di parlarne ora. L’anno prossimo giocherò con la Roma, quindi non ha senso parlarne”.