IL MESSAGGERO – L. DANZA – Sono stati ancora i rigori a dare un dispiacere agli azzurri. Italia beffata dalla lotteria dei tiri dagli undici metri dopo una partita intensa, giocata con attenzione in ogni reparto, a tratti tatticamente perfetta. Al settimo penalty è arrivato l’errore: Bonucci ha sparato alto e, un attimo dopo, Navas è stato infallibile. È finita 7-6 dopo un match terminato senza gol, un palo per parte, emozioni e prodezze tra gli azzurri di Prandelli e i campioni del Mondo e d’Europa. Quando il colpo sembrava possibile, la finale a Rio con il Brasile domenica sera era lì, a portata di mano, dopo sei centri di fila (Candreva, Aquilani, De Rossi, Giovinco, Pirlo e Montolivo), l’errore di Bonucci ha dato il via libera alla Spagna e chiuso la porta in faccia agli azzurri. Per l’Italia, sempre domenica, ci sarà la consolazione della finale per il terzo posto contro l’Uruguay del Matador Cavani.
SOLO ITALIA
Azzurri con il lutto al braccio per la scomparsa di Stefano Borgonovo. Niente minuto di raccoglimento però allo stadio Castelão: la Fifa non ha dato l’autorizzazione. Casillas e Buffon, i capitani, si sono limitati a leggere il messaggio contro il razzismo prima degli inni. All’inizio la Spagna sembra prendere il comando delle operazioni. È solo un’illusione durata una manciata di minuti perché il tiqui-taca della Roja, senza ritmo, è inconcludente, nonostante Del Bosque abbia optato per un 4-3-3 con Torres centravanti, qualche metro più avanti di Pedro e Silva, preferito a Fabregas. Come a Danzica, un anno fa, all’esordio negli Europei, ha dato i suoi frutti l’idea di Prandelli di giocare con la difesa a tre, imbottendo il centrocampo e lasciando là davanti solo Gilardino, titolare al posto dell’infortunato Balotelli. Il 3-4-2-1 con 7 juventini funziona. Gli azzurri prendono le misure e iniziano a macinare gioco ed occasioni. Tante, troppe quelle dilapidate davanti a Casillas, bravo e fortunato due volte su Maggio, che di testa ha sciupato tutto, come Marchisio, non all’altezza della situazione e del ruolo cucitogli dal ct. Bene De Rossi e Giaccherini, spine nel fianco degli spagnoli, pericolosi nel finale di frazione con Torres, che ha saltato Barzagli, ma non ha trovato la porta. Se fosse stata una gara di pugilato, ai punti avrebbe meritato sicuramente l’Italia.
EQUILIBRIO
Nella ripresa primo cambio obbligato per Prandelli: fuori Barzagli (infortunato), dentro Montolivo, con De Rossi che scala in difesa. La gara si consegna ad una noia vigile. Iniesta cerca di dare la scossa, il suo sinistro non trova la porta. I duellanti continuano ad annusarsi, pigri, e all’emozione del morso letale privilegiano l’agio della gestione oculata, in attesa che qualcosa o qualcuno offra un episodio con cui sfamarsi. Del Bosque risponde con Jesus Navas per l’evanescente Silva. Buffon si oppone al nuovo acquisto del Manchester City. Marchisio non è in serata e non trova l’attimo fuggente, facendosi stoppare da Piquè. La Spagna arretra, ci aspetta, l’Italia attacca, ci prova, invertendo il canovaccio. Pedro in contropiede spreca malamente. Era in fuorigioco, non segnalato. Girandola di cambi. Il caldo e la fatica iniziano a farsi sentire. Non succede più nulla. Si va ai supplementari.
OVERTIME
Prandelli si gioca la carta Giovinco per Gilardino. Giochiamo senza punte. Palo di Giaccherini. Del Bosque lo imita. Fuori Torres per Martinez. Jordi Alba calcia alto. Balliamo un po’ là dietro, ma De Rossi è un muro. Nel secondo tempo supplementare Buffon si salva, deviando sul palo un tiro di Xavi. Poi si esalta su Navas. Si soffre. Non succede più nulla. Si va ai rigori. È una triste roulette russa che, alla fine, ci ha penalizzato.
ANCORA TENSIONI
Non si placa l’ira del popolo brasiliano. Pietre, bombe-carta e bastoni contro le forze dell’ordine intorno allo stadio. I manifestanti fin dalla mattinata hanno provato a sfondare la zona rossa, posizionata a tre chilometri dall’impianto. I militari hanno risposto agli attacchi, sparando proiettili di gomma, lacrimogeni e fumogeni. Un pullman della televisione brasiliana è stato incendiato e negli ulteriori incidenti si sono registrati sei feriti. Uno di questi è stato colpito alla testa da una biglia di ferro scagliata con una fionda, un altro è stato raggiunto da una pietra. A Belo Horizonte, in seguito alle gravi ferite riportate, il manifestante di 21 anni caduto da un viadotto durante il corteo di protesta nei pressi dello stadio Mineirao, è deceduto.