Juan: “Non si muore per troppe partite”

Juan: “Non si muore per troppe partite”

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IL ROMANISTA – C. ZUCCHELLI – In Provincia per parlare di etica e sport. E razzismo. Col pensiero però alla tragedia di sabato a Livorno. Piermario Morosini muore, il mondo del calcio si ferma e si interroga.

Colpa, se di colpa poi si può parlare, dei troppi impegni a cui sono sottoposti i calciatori? Si gioca troppo? E quanto incide lo stress? Antonio Di Natale, attaccante dell’Udinese, l’ha detto senza troppi giri di parole ma non tutti sono d’accordo con lui. Il difensore Juan, ad esempio, da Palazzo Valentini, dove è stato premiato contro il razzismo (impossibile non ricordare lui che al derby zittisce i tifosi della Lazio per i buuu) spiega: «Si gioca troppo e si viaggia molto, questo è vero e lo sappiamo tutti. Ma non è questo di certo il motivo alla base di certe tragedie. È successo più volte in quest’ultimo periodo, ma non si può dare la colpa al calendario». Juan, che si è detto come tutti i suoi colleghi «colpito e dispiaciuto per la morte di Morosini», ha poi aggiunto: «I controlli sono accurati ovunque. Anche in Germania, ad esempio, dove io stesso sono stato fermato per un mese dopo alcune analisi negative. Sono cose che succedono purtroppo. È una vicenda che non va strumentalizzata».

Per questo Juan è voluto tornare alla normalità e ha parlato anche di cose “di campo”: il rientro dall’infortunio e il suo futuro: «Voglio tornare a giocare il prima possibile. Un ritorno al Flamengo? Sono solo voci, io non ho mai detto di voler lasciare la Roma». Il suo contratto scade tra un anno, a Rio si dicono certi del suo ritorno in patria mentre la società è pronta a concordare con lui la scelta migliore. La sensazione è che se il brasiliano volesse partire nessuno si opporrà ma non è detto che non decida di concludere la sua carriera europea alla scadenza naturale dell’accordo. In queste settimane verrà presa una decisione, nel frattempo Juan continua ad allenarsi a parte e a curarsi per recuperare dall’infortunio al ginocchio che lo tiene fuori ormai da più di un mese. Non solo Juan. La tragedia di Morosini ha scosso profondamente Walter Sabatini. Il ds della Roma ne ha parlato al Romanistadue giorni fa e ieri, presente anche lui in Provincia, è tornato sull’argomento: «Mi ha colpito molto perché mi ha ricordato Renato Curi. Mi ha colpito in maniera tragica il suo volersi rialzare in campo, è stata una cosa forte per tutti noi, per i ragazzi. Sono stati presi, paralizzati da quello che hanno visto, è stato un duro colpo anche se poi molto è stato spettacolarizzato. Non voglio nemmeno pensare a eventuali responsabilità. Noi – ha aggiunto Sabatini – facciamo il massimo. Poi la fatalità, a volte l’incuria, rendono gli eventi ancora più tragici. Forse non basta essere in regola, serve un attenzione continua».

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