La Juventus di nuovo alla sbarra, sul filone delle plusvalenze fittizie. E’ in corso presso la Corte federale d’Appello la discussione dell’istanza di revocazione che la Procura federale ha presentato contro l’assoluzione del club bianconero e di altri otto club rispetto ai fatti contestati nello scorso mese di maggio. Ovviamente al vaglio dell’accusa anche i nuovi elementi emersi attraverso la Giustizia ordinaria, come il c.d. “libro nero” di Paratici, che la Procura federale non poteva avere a disposizione nel primo processo. Tutte le parti sono collegate da remoto.
Non c’è solo la Juve, collegata per seguire l’udienza da remoto: all’appello che ha aperto il processo sportivo hanno risposto Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e il vecchio Novara. Tra i dirigenti convocati, spicca ovviamente il vecchio vertice della Juventus, con Agnelli, Paratici, Nedved e Arrivabene, oltre a Cherubini, unico ancora in sella.
A giudizio anche l’ex presidente della Samp Ferrero, Corsi dell’Empoli insieme alla figlia Rebecca, oggi consigliere di Lega Serie A. In apertura, la parola al procuratore Giuseppe Chinè, per la requisitoria che deve motivare la richiesta di revocazione. E subito richieste estreme: “penalizzare di 9 punti la Juventus”, ha chiesto Chinè. E poi: 16 mesi di inibizione per Agnelli, 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 10 mesi per Cherubini e 12 mesi per tutti altri consiglieri della Juventus. La Corte deve decidere se ammettere la revocazione o chiudere definitivamente questo capitolo. Una decisione in questo senso è attesa in serata.
La sanzione dei punti sarebbe subito applicata sull’attuale classifica.