L’impressione è che difficilmente se ne verrà a capo. A meno che non ci sia un passo avanti da una delle due parti, se non da tutte e due. Da un lato c’è Aleksandar Kolarov: dall’altra i ragazzi della Curva Sud. In mezzo una ferita lacerante che sembra non volersi rimarginare. Già, perché se a Verona Kolarov ha segnato il suo 6° gol in campionato (il che lo rende uno dei difensori più prolifici d’Europa, con quello di Coppa Italia sono 7 stagionali), quel gol ha finito con l’acuire la ferita. Perché dal settore giallorosso sono arrivati subito cori contro il serbo («bastardo») e lui ha reagito con un inchino interpretato come una replica polemica. Come riporta la Gazzetta dello Sport, così la città si è divisa, tra web e radio. «Se lo insultiamo non ce lo meritiamo un giocatore così», il succo di chi lo ha difeso; «È falso e presuntuoso, non lo vogliamo più con la Roma» il concetto di chi è intransigente. (…) Kolarov avrebbe potuto parlare in zona mista, ma ha preferito rinunciare. In Serbia sono convinti che quell’inchino sia un gesto di rispetto e non di provocazione. E di questo è sicuro anche Di Francesco, che ha difeso il terzino a fine gara.