IL MESSAGGERO – Un extraterrestre. La Roma segna: le telecamere prima si soffermano su Totti, autore del gol, e poi vanno immediatamente su Montella. Glaciale. Nemmeno un abbozzo di sorriso, un muscolo contratto a reprimere la gioia: nulla di tutto ciò. A fine gara, quando gli viene fatto notare, il tecnico rivela: «Caratterialmente lascio poco spazio alle emozioni perché ne sono geloso. Ma non è una scelta voluta. L’allenatore deve sempre cercare di rimanere lucido anche nel momento positivo della squadra, perché sono tante le cose da analizzare». Gli chiedono un paragone tra il derby dove segnò 4 gol e quello appena vinto: «Ho un ricordo sbiadito delle mie quattro reti. Le sensazioni sono diverse rispetto a quando ho segnato io ma sono sempre belle. È una gioia particolare in un momento difficile: è stata una partita giocata bene ed una vittoria voluta».
Si lascia leggermente andare, conscio che la vittoria nella stracittadina lo libera anche dagli spettri del passato. Chissà cosa si sarebbe detto qualora la Roma avesse perso contro la Lazio, dopo che Ranieri aveva invece fatto l’en plein nei derby. Sarebbero iniziati i raffronti e l’Aeroplanino sarebbe finito – suo malgrado – sul banco degli imputati facendo così naufragare il suo tentativo di salvare la stagione. E invece Montella continua per la sua strada e come non si era disperato a Donetsk non si esalta nemmeno dopo il 2-0 di ieri, fondamentale in ottica Champions: «Da allenatore devo analizzare tutto ed è da un po’ di tempo che vedo una crescita sotto l’aspetto della qualità di gioco, di gruppo. Era accaduto anche contro lo Shakthar nei primi 40 minuti. Contro la Lazio siamo stati compatti, ora bisogna continuare a lavorare. Ci godiamo questa giornata ma dobbiamo essere consapevoli di quello che ci vuole per continuare su questa strada». L’analisi della partita: «Sicuramente ha vinto la squadra che ha meritato di più – sottolinea – Con lo schieramento iniziale sapevamo di poter rischiare sulle fasce ma non abbiamo concesso un tiro un porta, solo dei calci d’angolo. Abbiamo avuto più qualità di gioco sia nel primo tempo che nel secondo. Nella ripresa, poi, abbiamo avuto la forza di andare a cercare la vittoria. La Lazio ha giocato bene, è la Roma che ha giocato un po’ meglio». Inevitabile un giudizio su Totti: «La sua rinascita? Non è stato merito mio. Francesco è un personaggio particolare non per colpa sua. Quando gioca, c’è chi si chiede perché giochi. Quando non gioca, lo si reclama sempre in campo. E’ un po’ il suo destino ma lui è abituato a questo. Ha fatto quello che gli avevo chiesto visto che alla vigilia gli avevo detto che volevo due gol. In questo periodo sta benissimo fisicamente e si vede. Borriello? Insieme con Totti difficilmente sono utilizzabili dal primo minuto».
Poi è il turno di spendere due parole su Pizarro, senza cadere nel tranello di chi vorrebbe farlo scivolare in una polemica con il suo precedessore: «E’ un giocatore particolare, capisco che giocando a tre a centrocampo è di difficile collocazione. Con Ranieri non c’era Taddei che faceva copertura, lui era infortunato, quindi le scelte precedenti erano comprensibili». E’ il turno di difendere Menez, l’unico ieri un po’ sottotono: «È un giocatore straordinario con caratteristiche particolari, quindi bisogna pesare i pregi e anche le lacune. Lui si è impegnato, ha fatto il suo dovere, poi la squadra si stava allungando e quindi l’ho sostituito». Ora è già tempo di pensare al futuro: «Sì, ma prima fatemi riposare che ne ho veramente bisogno». Finalmente un sorriso. Montella si alza e abbandona la sala stampa. Stanco ma felice.