La morte di Ciro Esposito, l’ultima di una serie troppo lunga per il calcio italiano, è un punto di non ritorno e obbliga tutti gli appassionati a mettere in campo il proprio personale impegno per estirpare la violenza dagli stadi. Le parole della famiglia Esposito, in queste ore drammatiche, sono un ulteriore spunto di riflessione e uno stimolo a fare qualcosa. “Non accetterò gesti violenti nel nome di Ciro”, ha detto sua madre. È la volontà di una donna che vivrà nel lutto il resto dei suoi giorni e ogni appartenente alla famiglia del calcio dovrà impegnarsi per rispettarla.
Il Napolista intende offrire il proprio contributo alla costruzione di un clima nuovo promuovendo con tutte le sue forze e in ogni sede un processo di pacificazione negli stadi italiani. Come primo passo il Napolista è determinato a riaprire un rapporto civile e sportivo tra i tifosi del Napoli e i tifosi della Roma che si riconoscono nel lutto per la morte di Ciro Esposito, nelle parole della sua famiglia, nell’idea che la violenza nulla abbia a che vedere con il calcio. Un tempo si sarebbe chiamato gemellaggio, esattamente ciò che esisteva fra Napoli e Roma negli anni ’80, quando si andava insieme allo stadio e persino i gruppi del tifo organizzato assistevano alla partita mescolati, nello stesso settore.
Ma il Napolista è deciso ad andare oltre la parola e il concetto di gemellaggio, affermando il principio secondo il quale ogni tifoso che si riconosca nei principi sportivi abbia diritto di andare allo stadio, da solo o in compagnia dei propri figli e dei propri amici, anche in assenza di un gemellaggio.
Questa proposta sarà recapitata al maggior numero possibile di fattori in campo: istituzioni, società, associazioni, forze dell’ordine, organi del tifo, ma soprattutto è rivolta al tifo dal basso, al sentimento delle persone che non ne possono più di dover rinunciare allo spettacolo del calcio, ostaggio dei violenti. Ricominciamo da qui. Per Ciro Esposito, per la sua famiglia, per tutti noi. #NapoliRomainpace.
(ilnapolista.it)
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