IL TEMPO (V. DI CORRADO) – Luca Parnasi aveva creato su Whatsapp un’apposita chat, intitolata «famostostadio», in cui si scambiava, con i suoi fidati collaboratori, gli aggiornamenti e i progressi relativi alla «strategia di avvicinamento» di pubblici ufficiali messa in atto dell’imprenditore romano per ottenere il via libera definitivo alla realizzazione del nuovo stadio della Roma.
Il 30 novembre 2018 Simone Contasta, dirigente di Eurnova accusato di far parte di un’associazione a delinquere capeggiata da Parnasi e composta da altre 4 persone, viene interrogato dai pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli. In questa occasione conferma che Luca Lanzalone «mi è stato presentato a febbraio 2017 quale rappresentante del Comune di Roma per giungere alla definizione di un progetto che fosse soddisfacente per il Movimento 5 Stelle». Lanzalone, in questo ruolo strategico, viene subito avvicinato e corrotto da Parnasi, con l’offerta e la promessa di incarichi al suo studio legale. «Il valore aggiunto che avremmo conseguito dalla nomina di Lanzalone nel team di legali – spiega Contasta – derivava dalla sua capacità professionale, dalla sua vicinanza a M5S e dalla credibilità che aveva acquisito sia nel Comune di Livorno che nel Comune di Roma».
Intanto è stata fissata per il 2 aprile l’udienza preliminare nella quale il giudice deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura nei confronti di Parnasi e altri 14 indagati, tra cui l’exvicepresidente del Consiglio della Regione Lazio Adriano Palozzi (Forza Italia), il consigliere regionale Michele Civita (Pd), il consigliere comunale Davide Bordoni (Forza Italia), l’assessore allo Sport del X Municipio Giampaolo Gola (M5S).