LA REPUBBLICA (F. BOCCA) – Addio Roma, l’epilogo di questa storia è uno stupidissimo rigore provocato da Florenzi e segnato dal Porto al 117° (3-1) di una partita di grande sofferenza, ma tenuta viva fino all’ultimo istante. L’eliminazione dalla Champions potrebbe essere anche l’ultimo atto di Di Francesco. Anche se l’allenatore se l’è giocata veramente fino all’ultimo. Paulo Sousa per la cronaca al Do Dragão non si è visto e dal Bordeaux sono sicuri di averne ormai già garantita la firma.
Per la partita del destino Di Francesco ha scelto una Roma catenacciara, un 3-4-2-1 esasperato, di grande emergenza e anche paura. Tre centrali, Marcano, Manolas e Juan Jesus; due mediani Nzonzi e De Rossi, due terzini Karsdorp e Kolarov; più Zaniolo, Perotti e Dzeko per la prima linea. Evidente la preoccupazione di fermare un Porto ben più pericoloso in casa, rinforzato soprattutto dal recupero di Marega, assolutamente determinante. Buon amico di Totti, fortemente sponsorizzato e addirittura legato a doppio filo col direttore sportivo spagnolo Monchi anche lui nella bufera per la sarabanda di acquisti poco azzeccati (Schick, Nzonzi, Kluivert etc) ma freddamente accolto dal boss James Pallotta che del resto dalla lontana Boston giudica i risultati, Di Francesco si è ritrovato a questo punto abbastanza solo con i suoi schemi e le sue convinzioni da abbattere. C’è da credere forse che non abbia effettivamente progettato e messo in campo una Roma speciale per salvare la sua panchina e il suo futuro. Ma semplicemente una squadra per dare al suo club e al calcio una prova della sua professionalità, del suo attaccamento alla Roma, una speranza. E raggiungere così almeno la spiaggia dei quarti. Non per rimanere abbarbicato a una panchina e a un ruolo che gli ha tolto anche serenità ma per umano orgoglio e semplice dove-e.
La partita è stata un lungo viaggio a fari spenti. Un brutto errore in marcatura ha liberato Marega e mandato in gol Soares. La Roma ha cercato di rispondere con dei contropiede pur senza avere contropiedisti e con uno Zaniolo dimezzato rispetto all’andata. Ma Perotti ha comunque inventato in area una piroetta che ha mandato fuori registro Militao e prodotto il rigore per l’1-1 di De Rossi. Proprio lui è stato determinante col suo argine difensivo, purtroppo però una fitta al polpaccio lo ha bloccato e tirato fuori dalla mischia. La Roma infatti ha ulteriormente ripiegato soffrendo gli errori difensivi di Karsdorp & C, fino a quando a Marega è stato messo sul piede l’assist del 2-1 e dei supplementari, cui si è arrivati in mezzo a un tiro a segno a tratti imbarazzante. Perotti avrebbe avuto anche l’occasione per evitarli se non si fosse mangiato un gol a porta spalancata e in pieno 90°. Affidando così il destino della Roma a una sfinente sarabanda più che a una partita. Dzeko ha sbagliato il gol qualificazione a porta vuota, Florenzi al 115’ ha provocato un rigore assurdo (trattenuta per la maglia di Çakir) e Telles spedisce il Porto ai quarti. Ci potrebbe stare perfino un altro rigore per la Roma (Marega su Schick) ma la strada ormai scende all’inferno.