CORRIERE DELLA SERA – Ieri c’è stata una sola cosa più forte del vento che ha spazzato il campo: la classe di Francesco Totti. Fiorentina-Roma, pur tra molti errori o forse proprio per quelli, è stato un gradevole 2-2 all’ora di pranzo. Il piatto forte, però, è stato l’ingresso di Totti nel ristretto club dei «duecentisti» , cioè i calciatori che hanno segnato 200 volte in serie A. Il capitano romanista non aveva mai segnato in carriera al Franchi. Ieri ci è riuscito due volte — la prima su rigore guadagnato da Riise e la seconda con un bel tiro di collo-esterno destro— salendo a quota 201, a soli 4 gol da Roberto Baggio (205). Gli altri soci sono Altafini e Meazza (216), Nordahl (225) e Silvio Piola (274), l’unico irraggiungibile. «È una giornata che ricorderò per sempre— ha detto Totti a fine gara —. Ora posso superare Baggio in questo campionato. Giocando da centravanti ho più possibilità di stare vicino alla porta e mi trovo a mio agio. Ho legato la mia carriera a un’unica maglia e sono orgoglioso di aver fatto questa scelta di vita. Ora, avanti con le altre partite: dobbiamo cercare di arrivare quarti» . Sotto questo punto di vista, dopo il successo nel derby di domenica scorsa, la Roma ha frenato: Lazio e Udinese hanno vinto e la distanza dalla zona Champions si è allargata.
Però il punto preso a Firenze, contro una squadra in salute, è un bicchiere più mezzo pieno che mezzo vuoto. I viola sono andati due volte in vantaggio (Mutu su triplo errore difensivo di Mexès, Juan e Doni; Gamberini che alla Roma aveva segnato il suo ultimo gol in serie A, il 26 settembre 2007) e hanno colpito due traverse, con Mutu e Vargas. Nel primo tempo la Fiorentina sembrava volare a favore di vento, ma nella ripresa la Roma ha preso in mano il gioco: Pizarro ha dato i ritmi e Totti ha bombardato la porta di Boruc, trovando però poca collaborazione nei compagni di reparto. Senza Vucinic, squalificato, la Roma si è dimostrata troppo leggera in avanti e forse Montella avrebbe potuto schierare nel finale Borriello insieme a Totti, a costo di perdere gli equilibri per aumentare la pericolosità. Borriello è rimasto fuori per 90’ per la seconda gara consecutiva e ieri non è stato convocato da Prandelli, che ha chiamato invece uno spento Gilardino. Montella ha capito la delicatezza del momento e ha speso parole importanti per Borriello: «Capisco che per un giocatore della sua qualità sia difficile stare fuori. Si impegna in allenamento e si comporta da professionista, lo ringrazio e gli dico che arriverà il suo momento» .
Chi non ha capito come comportarsi, invece, è Menez. Autore ieri di una gara flaccida, nella quale ha divorato solo davanti a Boruc un assist di Totti, e molto più attivo, a parole, con un giornalista dell’Équipe: «Fatico a comprendere le scelte dell’allenatore… Resta un mese e mezzo, poi si vedrà. Non escludo di partire a fine stagione perché ho bisogno di sentire fiducia. Ho parlato con Montella ma ho sentito che le sue parole non erano sincere e non corrispondevano alla realtà» . Menez sarà multato e a fine stagione, se qualcuno lo vorrà davvero e porterà alla Roma una quindicina di milioni, potrà andarsene.