Scocca l’ora di Dovbyk. Nella partita di domani sera contro il Porto – arbitra il tedesco Stieler – molti degli occhi dei tifosi romanisti saranno rivolti sull’attaccante ucraino, chiamato a dare una svolta ad una stagione che fino ad ora lo ha visto protagonista di diversi alti e bassi, senza aver convinto del tutto in questi mesi. E la sfida di andata del play-off di Europa League rappresenta l’occasione adatta per conquistare tutti quanti ed eliminare, o almeno ridurre, i dubbi che lo circondano, anche nella stessa Trigoria.
La mancata presenza nella formazione iniziale nell’altra partita decisiva della stagione, quella di Coppa Italia contro il Milan, è stata una grande sorpresa, soprattutto dopo la panchina contro il Napoli, che sembrava proprio una scelta fatta per farlo riposare in vista del match di San Siro. Così non è stato, con un ingresso in campo all’intervallo e il successivo gol che aveva acceso le speranze per una rimonta. «Io non ho gerarchie, non mi importa l’età e non mi importa quanto guadagnano. Chi mi dà, io gli do», le parole con cui Ranieri aveva risposto alla domanda sulla sua preferenza per Shomurodov in quella serata. E, sebbene il ballottaggio tra i due sia acora vivo, sembra in vantaggio l’ultimo capocannoniere della Liga, tornato titolare con il Venezia. Dove, soprattutto nel primo tempo, ha dato dei segnali di risveglio. Un’eventuale nuova preferenza per l’attaccante uzbe-ko da parte del tecnico testaccino avrebbe infatti il sapore di una bocciatura pesante: due panchine nelle due partite cruciali dell’anno non sarebbero più una casualità e porterebbero a profonde riflessioni.
(…) Pagato 30,5 milioni, più altri 5,5 milioni di bonus e un 10% di rivendita al Girona, che in ogni caso riceverà un minimo di 38,5 milioni in base all’accordo della scorsa estate, il numero 11 romanista scalda i motori per dimostrare che vale tutti quei soldi spesi. Oltre al centravanti l’altra incertezza sulla formazione riguarda la presenza o meno di Pellegrini, anche lui di nuovo in bilico dopo che sembrava ritornato nelle grazie di Ranieri. Pisilli, per una Roma più accorta con un 3-5-2, ed El Shaarawy, per una squadra più offensiva con il collaudato 3-4-2-1, lo insidiano.