Per la prima volta la Serie A si riuniva dopo il caos Superlega. I punti oggetto della discussione nell’assemblea di ieri (diritti tv su tutti) hanno suggerito di rimandare l’argomento alla prossima settimana. Un processo solo rinviato per i dirigenti ‘scissionisti’. I ruoli sotto accusa in questo caso sono quelli di Marotta, a.d. Inter, e Scaroni, presidente Milan: il primo è anche consigliere federale, il secondo consigliere di Lega. Ancora più critico il ruolo di Andrea Agnelli, che è membro della commissione interna alla Lega di A impegnata a trattare con i fondi.
Di fronte alla sfiducia dell’assemblea Marotta e Scaroni faranno un passo indietro. A fine assemblea è stato Ferrero, seguito da Preziosi e Fienga, a chiedere le dimissioni di Marotta e Scaroni, un discorso stoppato da De Laurentiis e Barone: non era un punto all’ordine del giorno. Come scrive la Gazzetta dello Sport, l’argomento Superlega è stato il cardine del discorso d’apertura di Paolo Dal Pino, presidente della Lega di A, che ha attaccato duramente Juventus e Inter per il fallimento dell’affare fondi per interessi personali. Tra l’altro sono due dei sette club che avevano firmato la lettera di sfiducia a Dal Pino, accusato di aver allungato i tempi della trattativa con i fondi penalizzando le offerte tv, con tanto di minaccia di finire in tribunale. Critica che è stata rovesciata su Inter e Juve, e in seconda battuta sulle altre firmatarie della lettera (Lazio, Napoli, Atalanta, Fiorentina e Verona). Alle altre tredici società che lo hanno sempre sostenuto, il presidente ha confermato di non pensare affatto alle dimissioni, augurandosi di ritrovare unità di intenti.