Pallotta saluta alla sua maniera: da perdente. Addio anche all’Europa League: adesso la stagione è ufficialmente fallimentare. Sfumata la Champions in campionato, con il 4° posto lasciato alla Lazio, la Roma chiude la sua annata deludente nel modo peggior: con il 13° ko su 49 partite con Fonseca in panchina, timida e impreparata si inchina al Siviglia (2-0), 5 volte capace di vincere questa competizione e promossa con merito ai quarti (l’11 sempre qui alla Schauinsland Reisen Arena). Friedkin, insomma, sa che cosa lo aspetta nella Capitale. E, vista la prestazione di Lopez, va subito risolto il problema numero 1: il portiere.
Il 1° tempo di Duisburg ha evidenziato la differenza che c’è tra calcio locale e internazionale. Il Siviglia, imbattuto da 18 partite, ha alzato subito il baricentro e si è preso il controllo della partita. Con il pressing. All’intervallo è arrivato avanti di 2 reti, ma a impressionare è stato il dominio del match nella corsa e nella finalizzazione. Oltre ai gol di Regulion e El-Nesyri, la traversa di Koundè con girata di testa e lo spreco di Navas dopo aver saltato Lopez. Fragili Diawara e Cristante in mezzo, svagati sui lati Peres e Spinazzola. E nessun tiro nello specchio dei giallorossi, invece, fino all’intervallo, l’unica chance di Zaniolo con il sinistro deviato da Carlos in angolo.