IL MESSAGGERO (U. TRANI) – Un gol ti cambia la vita. Riprendendo lo slogan di uno spot di una nota compagnia di telefonia mobile, la Roma supera il Chievo con una rete di Perrotta e rivede come d’incanto, e quando nessuno ci sperava più, il quarto posto, lontano solo 4 punti.
Così, pur restando sesta in classifica, torna a giocarsi la chance di sorpassare chi la precede e di ottenere il piazzamento che, attraverso i preliminari, le consentirebbe di partecipare anche l’anno prossimo alla Champions. A quattro gare dal traguardo, il successo dell’Olimpico, prima di pranzo, è pesante soprattutto perché nel pomeriggio si fermano contemporaneamente le rivali che ancora la precedono: la Lazio quarta perde a San Siro contro l’Inter e l’Udinese, al Friuli, contro il Parma.
Il gol decisivo arriva subito, come se la Roma avesse voluto inviare alle avversarie il messaggio di chi proprio non si vuole arrendere. E che l’intenzione sia davvero questa si capisce dalla prestazione proposta dai giallorossi, guidati dal solito Totti, altruista e fisicamente al top. Undici tiri nello specchio della porta, un palo di Menez, una traversa su tiro cross del capitano deviato di testa da Sardo, semplicità e al tempo stesso intensità nel gioco e pochissimi rischi, con Doni costretto fare una mezza parata nel primo tempo su conclusione dalla distanza di Constant.
Insomma, successo abbondantemente meritato e senza sofferenza. Segna Perrotta al quarto, dopo verticalizzazione sontuosa di Totti e assist di piatto e a rimorchio di De Rossi. Non sono nomi a caso. Sono i senatori che nei fatti e a parole votano in anticipo per la conferma dell’ex compagno Montella. Il primo è forse il miglior amico, anche fuori del campo, del giovane tecnico. Il capitano e il suo vice non smettono mai, invece, di incensare il lavoro, delicato e complicato, dell’Aeroplanino.
E’ successo di recente in più di una circostanza, l’ultima ieri, prima e dopo la gara. Non si sa, però, se ce la faranno a convincere la nuova proprietà. Molto dipenderà da Sabatini che vorrebbe subito prendere in mano la situazione a Trigoria e che invece sta incassando la gelida presa di posizione dello spogliatoio nei confronti di chi ancora non gestisce ufficialmente la nuova società.
Pur con la grande paura di cadere di nuovo, davanti ai suoi pochi e insoddisfatti tifosi, dopo tre sconfitte casalinghe di fila, la Roma vista con il Chievo si comporta da squadra e questo fa ben sperare per il finale di stagione. Ha equilibrio, solidità e voglia nel suo 4-2-3-1. Tanto che il racconto della gara è diverso dal solito. I giallorossi che fanno una gran fatica, e non solo in questa annata altalenante e deludente, a proteggere un gol, due o, come a Marassi con il Genoa, tre, stavolta capitalizzano addirittura una rete segnata all’inizio. Altri cinque successi, fin qui, per 1 a 0: contro l’Inter e il Bari all’Olimpico e contro il Milan, il Cesena e il Bologna in trasferta. Mai, però, timbrando in avvio di partita. Contro l’Inter e il Cesena aspettarono il fotofinish, cioè in pieno recupero. E solo contro il Bari e il Bologna il gol arrivò comunque nel primo tempo.
Totti rimanda l’aggancio a Baggio a quota 205 rete in serie A. Più che pensare a se stesso, il capitano preferisce dedicarsi agli altri che hanno più bisogno di lui di ritrovarsi e di riscattarsi. Aiuta in particolare Vucinic. Nel primo tempo mette il compagno, a digiuno e anche sfortunato, tre volte davanti a Sorrentino. Solo nel primo caso il portiere ha qualche merito, respingendo il tiro ravvicinato. Negli altri due, Vucinic spara alto e largo. Uribe lo imita all’inizio del secondo tempo, strozzando di sinistro davanti a Doni e indirizzando verso il fallo laterale sotto la tribuna Tevere. Anche De Rossi nella ripresa offre un’occasione d’oro al montenegrino, ma Sardo fa muro in angolo. L’attaccante, comunque ispirato, ci prova da fuori: grande Sorrentino che devia sopra la traversa.
Il tridente della Roma funziona grazie a Totti. Vucinic a sinistra è più presente, Menez a destra, come spesso gli accade, va a sprazzi. Montella alla mezz’ora interviene per evitare che squadra si fermi sul più bello. Brighi per Perrotta, Taddei per Menez e anche Loria per Juan che si arrende dopo aver mancato, colpo di testa fuori su corner di Pizarro, la palla per chiudere il match dopo la mezz’ora. L’arbitro Pierpaoli ferma in contropiede Totti, ormai solo alla meta, per una punizione battuta con palla in movimento da Vucinic. Il capitano prova a far segnare anche Brighi nel recupero. Ma, più tardi, saprà che i gol è meglio tenerli per le prossime giornate. I suoi e quelli dei compagni. Perché la corsa alla zona Champiions da ieri pomeriggio è inaspettatamente ricominciata.