La Roma si spacca sul futuro di Mister Semplicità

La Roma si spacca sul futuro di Mister Semplicità

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andreazzoli1-500x350IL MESSAGGERO – M. FERRETTI – Tredici punti in sei partite, tre all’Olimpico e tre in trasferta. Quattro vittorie, un pareggio e una sconfitta, a Genova contro la Sampdoria (un rigore sbagliato e un gol annullato…) il giorno dell’esordio sulla panchina della Roma. Aurelio Andreazzoli, Mister Semplicità, ha stupito un po’ tutti, critica e tifosi, ma sicuramente non se stesso. «So cosa fare, come farlo e con chi farlo», disse spavaldamente il giorno dopo la promozione al posto di Zdenek Zeman: conti alla mano, non ha tradito le attese. Dall’ottavo al quinto posto, con l’aggancio alla Lazio (che era lontana 9 punti), un ruolino di marcia scintillante, alla media di 2,16 punti a partita.

LE MOSSE VINCENTI –
Aurelio a Trigoria ha lavorato a trecentosessanta gradi, cioè sia tecnico-tatticamente che psicologicamente. Ha radicalmente cambiato la Roma e la testa dei giocatori. Dal 4-3-3 di Zeman si è passati alla difesa a tre, con Stekelenburg al posto dell’impresentabile Goicoechea, e con due esterni, Torosidis e Marquinho, poco difensori e molto aggressivi. Da segnalare che Stekelenburg e Marquinho, accantonati dal boemo, nella sessione invernale di mercato sono stati sul punto di lasciare Roma. Dal 4-3-3 si è passati prima al 3-5-2 e poi al 3-4-2-1. Andreazzoli ha tolto Lamela dalla corsia laterale e l’ha portato dentro il campo (e l’argentino ha già segnato tre gol); ha spostato Florenzi da intermedio a trequartista; ha riscoperto Perrotta; ha rimesso Totti nel ruolo di centravanti; non ha (più) dato certezze a Osvaldo. Il suo calcio non sarà (tanto) spettacolare, ma redditizio lo è. E nel calcio, si sa, contano i risultati.
Quanti lo avevano criticato per essere andato troppo incontro ai calciatori (esempio: un solo allenamento al giorno e alle 11) adesso dovrebbero elogiarlo per la fine mossa psicologica finalizzata alla gestione del gruppo. E chi si ostina a dire che ora i giocatori si impegnano, mentre con Zeman non lo facevano, dovrebbe dare un’occhiata alle formazioni giallorosse: quella attuale è tutta un’altra Roma rispetto a quella vista fino alla partita contro il Cagliari.

UNA SCELTA PER DUE –
A forza di risultati, Andreazzoli («Io mi confermerei», le sue parole prima di Udinese-Roma) si sta concretamente proponendo per dirigere anche la Roma 2013-14. I dirigenti stanno sondando parecchi terreni, stanno verificando la disponibilità di questo o quel tecnico (Max Allegri su tutti) ma – avendo a bilancio anche per la  prossima stagione lo stipendio di Zeman – non perdono di vista l’allenatore di Massa. Che sta dimostrando di essere un validissimo restauratore. Ci si interroga, allora: potrà essere pure un valido costruttore? Una risposta certa non c’è, anzi non può esserci perché Aurelio non ha mai avuto la possibilità di fare il costruttore. Dopo aver clamorosamente toppato due allenatori in due anni, i dirigenti di Trigoria non possono concedersi il tris. Intanto, si sussurra che il ds Sabatini sarebbe per la conferma di Aurelio mentre il dg Baldini vorrebbe un volto nuovo…

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