IL MESSAGGERO (U. TRANI) – Pioggia di gol, come all’andata, in questo caso al gelo di Bergamo. E stesso punteggio della partita del 27 agosto all’Olimpico: 3-3. Ma, 5 mesi dopo, è la Roma a sprecare la chance più grande per uscire definitivamente dal tunnel, superare il Milan in classifica e piazzarsi al 4° posto. Invece si impantana sotto il nevischio allo stadio azzurri d’Italia e si blocca in panne, subendo la rimonta dell’Atalanta senza ripresentarsi in campo nella ripresa. Peggio, dunque, di quanto accadde in casa contro il Chievo e alla Arena contro il Cagliari. Proprio nel pomeriggio del risveglio di Dzeko, doppietta, e dello show di Zaniolo, doppio assist. Il centravanti che torna a segnare dopo il digiuno iniziato il 6 ottobre a Empoli e il diciannovenne protagonista anche da esterno offensivo.
ANCORA DIVERSA – Di Francesco cambia ancora la formazione, adesso sono 28 in 28 partite stagionali, ma non può fare lo stesso con la testa dei suoi giocatori. Che giocano nuovamente solo mezza partita. Ancora Fazio non sta bene e, unico diffidato a non partire dall’inizio, va in panchina. Sul centro sinistra, accanto a Manolas, tocca a Marcano. Sulla destra, conferma per Karsdorp: Florenzi ancora non è al top. Ma la mossa del pomeriggio, provata già nel finale della partita contro il Torino e a lungo in settimana a Trigoria, è Zaniolo alto a destra, soluzione che consente di schierare contemporaneamente, con il rientro di Nzonzi, i 3 centrocampisti azzurri. Cosi Lorenzo Pellegrini si riprende la posizione preferita da trequartista. Cristante resta mediano, ma già sa che domenica salterà il Milan: Calvarese lo ammonisce a metà del 1° tempo per il fallo, tra l’altro inutile, su Zapata. Stesso destino, più tardi, per Nzonzi
La Roma di Bergamo, dunque, ha più palleggiatori e meno attaccanti, con Dzeko accompagnato sulla sinistra da El Shaarawy che rientra spesso ad aiutare Kolarov, attaccato da Ilicic e anche da Hateboer. Ma la qualità dei centrocampisti fa subito la differenza. Il vantaggio di Dzeko all’alba del match, su assist di petto di Zaniolo, è la sintesi della prestazione giallorossa nel primo tempo: 10 passaggi, passando più volte da destra a sinistra e chiamando in causa anche Olsen, prima del gol del centravanti. Che sfugge ancora a Toloi, superando però pure il portiere Berisha, nell’azione del bis, firmato sempre di destro su verticalizzazione di Nzonzi.
L’Atalanta, sotto di due reti dopo la mezz’ora, si accende sempre per merito di Gomez che, però, trova l’ispirazione solo di Ilicic. Zapata è inizialmente statico. Dzeko, invece, è sempre al centro del gioco. E, ricevendo da Cristante, scappa di nuovo in contropiede, allargando poi per Zaniolo che, pennellando di sinistro da destra, mette El Shaarawy davanti a Berisha: stop in scioltezza e tris dell’esterno che con 7 reti si conferma il miglior realizzatore del gruppo in questo torneo. Il 1° tempo, in cui il cinismo è stato decisivo, si chiude però con il gol di Castagne (l’altro suo gol in A proprio all’andata), colpo di testa sul cross di Gomez e con dormita di Karsdorp. Errore che riapre la sfida.
SOLITO BLACK OUT – La rete prima dell’intervallo va a incidere sulla ripresa. Che è proprio come non te l’aspetti: la Roma non rientra in campo. Soffre sui lati e a centrocampo, disintegrata dal dinamismo dell’Atalanta. I giallorossi non tireranno mai in porta, e non succedeva dal derby del 2011. Toloi, invece, si fa perdonare e realizza, in anticipo su Manolas, il 2° gol nerazzurro. Zapata, dopo aver calciato in curva il rigore inizialmente non concesso da Calvarese per il tocco lieve di Kolarov su Ilicic (interviene il Var Di Bello), firma il pari: ora è a 15 reti (timidi cori contro di lui dal settore ospiti). Olsen non convince, anche se in partenza sbaglia Kolarov. Il cortocircuito coinvolge anche i giocatori che entrano in corsa: Kluivert, il peggiore, per El Shaarawy, Florenzi per Pellegrini e Fazio per Karsdorp e per passare alla difesa a 3.