CORRIERE DELLA SERA – L. VALDISERRI – La certezza al 100% è che Zdenek Zeman ieri sera ha comunicato al presidente del Pescara, Sebastiani, di essere stato contattato e di aver avuto un colloquio con la Roma.
La certezza al 99% è che nelle prossime ore il suo ritorno sulla panchina giallorossa, che ha occupato dal 1997 al 1999, sarà cosa fatta. È stata un’altra giornata lunga, piena di indiscrezioni e con qualche «bufala», quella che si è chiusa con la dichiarazione del boemo, che in questa stagione ha portato il Pescara in serie A a suon di gol e calcio spettacolo: «Ho visto Franco Baldini, ma adesso dobbiamo rivederci. Ultimatum? Io non do ultimatum ». Zeman ha incontrato il presidente Sebastiani, insieme con il d.s. Delli Carri, dicendo in pratica che nel prossimo campionato non allenerà il Pescara. Il suo contratto scadrà il 30 giugno e il ritorno a Roma è il sogno di un uomo che, a 65 anni, si sente ancora giovane e pensa di poter lottare per lo scudetto con il suo gioco e le sue idee. La Roma è l’unica squadra per la quale il boemo avrebbe abbandonato Pescara, dove si è trovato benissimo ed è ritornato quello di Zemanlandia. Perché, allora, non è stato ancora annunciato ufficialmente dalla società giallorossa? Perché, come ha detto lo stesso Zeman, c’è ancora qualche dettaglio da mettere a posto. A partire dalla durata del contratto. Zeman, come ha fatto ad esempio anche con il Pescara, firma per un anno solo, non vincolando né se stesso né la società in un mondo in cui tutti gli allenatori si sentono più tutelati da accordi pluriennali.
Cambierà idea con la Roma, che, secondo indiscrezioni, preferirebbe un contratto biennale con opzione per il terzo, come successo con il dimissionario Luis Enrique? Non è certo questo il problema, così come non lo è lo staff ridotto (il vice Cangelosi e il preparatore atletico Ferola) che ilmister porterebbe con sé, né la rosa della squadra che Zeman ritiene già molto competitiva e che lo sarà ancora di più con alcuni ritocchi. Il preferito sarebbe Lorenzo Insigne, ma il Napoli ha messo il veto. Almeno per il momento. La Roma, negli ultimi giorni, ha contattato più tecnici, ma anche il direttore sportivo Walter Sabatini ieri ha ammesso: «Le percentuali di Zeman sulla panchina della Roma? Sono rilevanti, ma dobbiamo mettere a posto tutti i tasselli. La nostra sarà una scelta fatta a prescindere dagli umori della piazza. Zeman sarebbe un segno di continuità, perché lavora su un pensiero di calcio che è comune a Luis Enrique». I dirigenti giallorossi ieri hanno telefonato a Bielsa, per ringraziarlo e mantenere comunque il rapporto con un tecnico che èmolto stimato. Così come André Villas Boas, del quale era stata segnalata la presenza a Roma. Ogni nome diverso da quello di Zeman, però, adesso sarebbe una clamorosa sorpresa e sicuramente deluderebbe la grande maggioranza dei tifosi. L’unico nome alternativo potrebbe essere Pep Guardiola, che però ha annunciato un anno sabbatico. Quando, tra oggi e domani, Zeman firmerà, si scatenerà un effetto domino che può portare Vincenzo Montella alla Fiorentina, Delio Rossi a Pescara e Pasquale Marino a Catania.
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