LA REPUBBLICA (A. DIPOLLINA) – Calcio in tv, nel senso della imminente serie A, tutti pronti a fare calcoli, allacciare wifi, valutare offerte. Parliamo del tifoso-abbonato, quello che negli anni scorsi aveva un’autostrada da percorrere (era Sky) o una superstrada minore ma assai soddisfacente (ed era Premium). Nella prima il 100% dei tifosi aveva tutto quello che voleva. Nella seconda la percentuale scendeva, diciamo, al 90. Ma era un bel viaggiare. Pagando, s’intende. Un po’ meno nel secondo caso. Si cambia. Ed è meglio iniziare a fare valutazioni. Il nuovo contratto (siglato quando ancora CR7 faceva le rovesciate, ma questo è un altro discorso) ha chiamato nuovi soldi per la serie A e nuovi attori in campo. È entrata Perform (entità colossale a capitali internazionali. Per brevità: la Netflix dello sport) che offre servigi e prodotti ma solo via internet, ovvero smart tv e simili. A Perform sono andate tre partite a week end, il succoso anticipo del sabato sera, il lunch-match (pardon, la gara a mezzogiorno della domenica) e una partita tra quelle delle 15 della stessa domenica. Premium, a quel punto, si è in un primo tempo fatta da parte – peraltro rinunciando alla Champions League, che ritorna su Sky. E la medesima Sky, se parliamo di serie A, si è ritrovata così ad avere tre partite in meno, ripetiamo: una fondamentale il sabato sera, rispetto alla full-offerta a cui ha abituato negli anni i suoi abbonati.
L’altra sera è tornata in campo Premium: annunciando di aver siglato un accordo con Perform. Offrirà le tre partite di cui sopra (più l’intera serie B, più la Liga e altre cose in arrivo) agli abbonati che decideranno di non abbandonarla: ovviamente a prezzo inferiore rispetto a prima (19.90 euro) e con l’aggiunta, va da sé, della sua offerta di cinema e serie tv. Ma c’è un ma: Perform, che nella sua emanazione si chiama Dazn (e ha ingaggiato Diletta Leotta e Paolo Maldini) non intende rinunciare alla sua peculiarità internet, ovvero alla app: quindi le gare si potranno vedere solo via smart tv, o computer, o playstation, o chiavette apposite – vedi Chromecast, di Google, o quella equivalente di Amazon. E fermiamoci qui, prima di ingarbugliare davvero tutto e subito.
Infine c’è Sky: che da giorni pubblicizza il suo prodotto – sontuoso comunque, con Champions (nei programmi che accompagneranno il massimo torneo arriverà Ilaria D’Amico) ed Europa League e tutto il resto, con la serie A ma senza quelle fatali tre partite. Va da sé, anche Sky sta trattando con Dazn e a giorni si saprà: in questo caso tutto porta a pensare che l’accordo riguarderà le tre partite, ovvero la app di Dazn, sul nuovo sistema SkyQ – con decoder a parte – che da gennaio, per dire, comprendrà anche Netflix e che è fatto apposta per queste cose. Se vi sembra complicato, sappiate che in realtà è la soluzione più lineare: ovvero l’unica che potrà offrire la serie A full come era in passato: si accende SkyQ e si vede tutto – ammesso che l’accordo si concluda.
Chi è affezionato al vecchio decoder e soprattutto ha di meglio da fare e pensare nella vita che al bricolage del calcio-tv, avrà le sette partite, la Champions eccetera, abbonandosi ai pacchetti giusti. E chi aveva solo il vecchio televisore e la scheda di Premium? Niente calcio. Come diceva quello, il segnale che arriva – e qui parliamo dai padroni del vapore calcistico che hanno voluto tutto questo – è quello di una volta: arrangiatevi. Speriamo che scampoli di buon senso residuo, da qui all’inizio del torneo, procedano con aggiustamenti che tengano un po’ più conto delle esigenze del pubblico.