La via di Paulo ‘Magister’, non arretri più nessuno

La via di Paulo ‘Magister’, non arretri più nessuno

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EDITORIALE CGR “Combatteremo per i nostri tifosi. Voglio vedere una Roma coraggiosa, ambiziosa, che domini l’avversario”. L’aveva promesso e i suoi questa volta lo hanno ascoltato fino in fondo. Era difficile crederlo dopo la batosta di Torino e visto il cammino della Lazio nelle ultime undici gare. La Roma si è presentata al derby con una carica emotiva diversa, ma soprattutto con un piano di gara perfetto, che meritava un altro risultato. Ma il calcio, si sa, è spesso episodico e se alle situazioni di campo, si aggiunge anche una direzione arbitrale con diverse zone d’ombra – soprattutto nell’utilizzo del VAR rispetto all’attuale protocollo – ci sta che il risultato finale sia diverso da quello che, ieri sera, la Roma avrebbe nettamente meritato.

DOMINIO E INSEGNAMENTI – Non è solo una questione di numeri, che raramente come in questa occasione, dipingono già da soli un quadro evidente (67% vs 30% di possesso palla, 525 passaggi riusciti a 215, 90% di precisione dei passaggi vs 74% dei biancocelesti, 22 tiri a 4), ma soprattutto la strategia, la mentalità, la ricerca calcistica di Fonseca ad aver mostrato quale strada la Roma, dovrà percorrere da qui alla fine della stagione. Senza paura, senza timori reverenziali nei confronti di nessuno. Gli infortuni e gli errori individuali – difensivi o offensivi – fanno parte del gioco, ma i calciatori della Roma da ieri hanno una direttrice da seguire, una linea unica, che di riflesso mostra un insegnamento chiaro, quasi un monito, rivolto a tutti. Fonseca ha dimostrato ancora una volta di essere un allenatore importante e preparato. La strategia di gara e il dominio della Roma in fase di pressing, riconquista palla, supremazia territoriale e produzione di palle gol nitide, sono gli ingredienti di un piatto gourmet a cui è mancata solo la famigerata ciliegina.

PEDINE E SCACCO MATTO – La costruzione a tre con Santon più basso e Spinazzola più alto sulla sinistra, ha concesso a Kluivert lo spazio per incunearsi tra le linee laziali, scomposte e attirate su un lato, per poi trovare sfogo sulla destra, dove Under da classica ala, ha demolito secondo dopo secondo Lulic. In fase di non possesso, pressing alto sui tre centrali, con marcature preventive su Luis Alberto e Lucas Leiva, Strakosha spesso costretto al rinvio su Milinkovic, divorato da Smalling. Un piano tattico perfetto che aveva prodotto una vittoria da andarsi a prendere con quel pizzico di cattiveria che purtroppo manca agli interpreti offensivi di questa squadra. E’ mancata, realmente, solo la zampata decisiva in area di rigore e qui torna in auge la dialettica aperta sul ruolo del centravanti e più in generale, la carenza di gol che il reparto offensivo della Roma ha da inizio anno. Nella continuità dei 90 minuti, la Roma ieri ha giocato però indiscutibilmente la più bella partita della sua stagione, nel rispetto totale delle direttive e delle richieste del proprio mister. Fonseca non è e non sarà il ‘salvatore della Nazione romanista’, ma quanti ieri sera erano pronti a demolirlo, qualora la Roma, con un atteggiamento spregiudicato, con la difesa a 4 dove molti si attendevano la difesa a 3 (compreso chi scrive), avesse perso malamente il derby contro la squadra più in forma del campionato? Paulo ha indicato la via, che nessuno arretri più…

 

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