“Abbiamo riportato la Chiesa al centro del villaggio? No, è sempre stata lì, e lo sarà sempre. I migliori a Roma siamo noi”. È stata questa la risposta di Rudi Garcia alla domanda fatta da un cronista al termine del derby vinto per 2-1. In realtà però è stata tutta la gara di ieri la più grande risposta che il tecnico giallorosso ha dato a chi da mesi e mesi lo criticava. A chi lo definiva un «sopravvalutato», un «incapace», un «francese che vuole fare la morale agli italiani». A chi diceva che «la Roma a malapena arriverà terza. Questa Lazio è superiore e concluderà seconda il campionato». Tutta questa gente forse si era dimenticata di tutto il lavoro fatto dall’allenatore transalpino, dei record di punti e vittorie conquistati, e di quello scudetto raggiunto in una piazza non tradizionalmente ricca di trofei come Lille. E così Garcia ha compiuto uno schiocco di dita per risvegliare queste vittime di “vuoti di memoria”. Ha impostato una partita tatticamente perfetta, a partire dalla conferenza stampa pre-match che a quanto pare è riuscita nel suo intento, ovvero destabilizzare i biancocelesti. Ha fatto volare gli avversari sulle ali dell’entusiasmo, salvo poi tarpargliele nel momento più importante. Ha riconosciuto i limiti della propria squadra, e proprio da qui è partito per far suo il risultato. Ha letto la stanchezza degli avversari, dovuti ai 120’ di Coppa Italia, e azzeccato i cambi, proponendo la freschezza atletica di Ibarbo, e quella tecnica di Pjanic.
11 GLADIATORI – Grandissimo merito va dato a Garcia, ma non bisogna tralasciare chi in campo ci è andato per davvero. I ragazzi giallorossi, a parte i primi 5’ di sbavature di Torosidis, hanno affrontato il derby nella misura migliore: con calma, grinta e intraprendenza. Caratteristiche che ogni buon derby richiede, figuriamoci una stracittadina che aveva così tanto in ballo come quello di ieri. Manolas si è confermato il solito muro: difetta ancora di quella capacità di leadership che aveva Benatia, ma le sue qualità sono indiscutibili. Nainggolan e Florenzi hanno rappresentato ancora una volta testa e polmoni della squadra, De Rossi gli attributi. Yanga-Mbiwa è entrato nel cuore dei tifosi nella partita più sentita di tutte. La copertina però s’è le presa giustamente Juan Manuel Iturbe. Impacciato e fischiato per tutto l’anno, ha iniziato la gara fungendo da terzino con il compito di disturbare gli attacchi di Candreva e Felipe Anderson. Nella ripresa è stato poi impiegato come prima punta e a un quarto d’ora dalla fine, con un tap in sotto porta, ha sfogato tutta la rabbia, la pressione, la sfortuna di quest’annata maledetta con un urlo e un pianto emozionanti.
E ORA IL FUTURO? – Archiviata questa stagione, che rimane fallimentare nonostante un finale che ci ha restituito il sorriso, la base da cui ripartire sono i 50 milioni che arriveranno dalla partecipazione alla prossima Champions League. Sarebbe un errore ripartire ancora da zero, etichettando come “pippe” giocatori che hanno semplicemente vissuto un’annata complicata. Il primo tassello da riempire sarà quello della porta; come dichiarato anche da Sabatini infatti, un nuovo portiere arriverà. C’è solo da decidere se si tratterà di un portiere navigato ed esperto come Handanovic, o un giovane estremo difensore nostrano in rampa di lancio come Perin o Scuffet. Risolto questo rebus si passerà ai terzini. C’è da valutare in primis Florenzi, che non si è ben capito che posizione occupi nello scacchiere di Garcia. A sinistra sono tanti i nomi in ballo, anche se il tecnico spinge per acquistare Digne, ex pupillo ai tempi del Lille. Sull’altro versante sembra già bloccato da tempo Bruno Peres, ma la trattativa deve essere ancora definita. Arriverà probabilmente un altro difensore centrale, oltre al ritorno alla base di Romagnoli. Tragitto di ritorno Genova-Roma che dovrebbe effettuare anche Bertolacci, che sembra aver convinto definitivamente lo staff giallorosso. Con il suo rientro, e le cessioni in prestito di Paredes e/o Uçan il mercato a centrocampo è legato ai possibili affari in uscita. In attacco infine è assolutamente necessario l’acquisto di un attaccante di esperienza internazionale, in grado di garantire 20 gol minimi a stagione. Sugli esterni sarà valutato il riscatto di Ibarbo, con l’innesto a costo 0 quasi sicuro di André Ayew.