L’addio peggiore, Andreazzoli: «La società decida il mio futuro»

L’addio peggiore, Andreazzoli: «La società decida il mio futuro»

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rassegnastampaCORRIERE DELLO SPORT – R. BOCCARDELLI – La domanda, forse l’unica domanda che contava (perchè tutto il resto era ben evidente sotto gli occhi di tutti) arriva in coda. Doverosa, netta. Andreazzoli, il suo futuro?  «Abbiamo ferite sanguinanti da dover curare. Non basteranno i fatidici sette giorni per far guarire una ferita come questa» . Tutto il resto è Neuer (magari) oppure tutto il resto è Lobont (al quale il tecnico giallorosso ha neanche troppo velatamente addebitato l’errore in occasione del gol di Lulic) e una squadra incapace di creare gioco, di fare una triangolazione qualsiasi, anche da scuola calcio, di mettere un suo giocatore in grado di battere a rete con qualche chance. Purtroppo la missione impossibile di Andreazzoli si è rivelata per l’appunto impossibile. Con una buona punta di masochismo la squadra giallorossa, una volta scaricato Zeman, non ha fatto altro che riavvicinarsi agli obiettivi fin quasi a toccarli (qualificazione europea e Coppa Italia) salvo poi lasciarli miseramente agli avversari. (…)

AMAREZZA – (…) Senza ritorno, senza appello.  «Mi porterò comunque

nel cuore e per tutta la vita la bellezza della Curva Sud quando i ragazzi e per una volta anch’io, sono andati a fare riscaldamento prima del match. La mia è una valutazione amara, avevamo altre aspettative e altre speranze. Primo tempo deludente nel complesso. Le squadre si sono date battaglia ma con poca lucidità, producendo poco tutte e due. Nella ripresa, quando sembrava che noi riuscissimo a mettere la partita nel binario giusto, la Lazio è stata premiata da una situazione decisiva, la deviazione di Lobont. Il campo ha detto questo, bisogna accettarlo con molto rammarico e molta amarezza. La partita è stata bruttina, con molti errori da tutte e due le parti. La scelta di Destro dall’inizio? Scelta tecnica che rifarei senza alcun dubbio. Così come quella di escludere Pjanic. Miralem non sta bene, nelle ultime gare ho provato a metterlo in campo ma ha avuto sempre qualche problema alla caviglia e la condizione era ai minimi termini. Io apprezzo Pjanic in maniera esagerata, ma stasera sarebbe stato un lusso» . (…)
DIFFICOLTA’ – Una Roma che ha mostrato anche stavolta di subire l’organizzazione della Lazio.  «Ho giocato due derby. Nel primo non abbiamo sofferto affatto. Stavolta è stata una partita pari. Non mi è piaciuta sotto l’aspetto tecnico, ma i ragazzi hanno dato tutto quello che avevano» . A caldo, con la delusione ancora cocente nelle tasche. Rifarebbe la stessa scelta iniziale:  «Rifarei la stessa formazione. Ho cercato di apportare alcune modifiche in corsa tenendo anche presente le ammonizioni ricevute da Balzaretti e Marquinho. Poi dopo il vantaggio della Lazio abbiamo perso la fisionomia giusta. Peccato perchè la partita stava volgendo anche se leggermente verso la nostra parte. Nel primo tempo non ci veniva niente di quello che avevamo preparato. Nella ripresa ci sono stati dei miglioramenti ma forse siamo sempre mancati nell’ultimo passaggio e nella scelta in fase conclusiva. Roma senz’anima? Qualche volta la squadra è mancata, ad esempio contro il Pescara. Si tratta di una componente che va migliorata, ma non è la sola»

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