CORRIERE DELLO SPORT – A. GHIACCI – All’interno di un college di Orlando, il Rollins, la Roma gioca e vince l’amichevole di fine viaggio in Florida. Un test vero, almeno dal punto di vista dell’agonismo messo in campo. Quello statunitense, si sa, è un popolo che fa dell’orgoglio nazionalista il suo fiore all’occhiello: nessuno dell’Orlando City, squadra che da noi farebbe la Prima Divisione di Lega Pro, ci sta a perdere con l’importante ospite che gioca in serie A. E si vede: gli interventi sono sempre duri, al limite della possibilità di fare male all’avversario. La Roma, nel frattempo, prova a muoversi secondo le classiche indicazioni di Zeman: palla giocata veloce, sul compagno vicino, quasi sempre in verticale. (…)
PROVE – Le prove della Roma, almeno della squadra che avrebbe voluto vedere all’opera Zeman, terminano praticamente al minuto 33, quando Lamela colpisce Boden, che occupa la sua zona, per arrivare primo sul pallone. Gli animi, che erano già caldini, salgono ulteriormente di gradazione. Viene chiamato Bradley, ambasciatore Usa per la Roma. «Change or red», cambio o rosso dice chiaramente l’arbitro Unkel a pochi metri dalla tribuna. E così la partita, che sembrava dovesse essere giocata con il caldo e i ritmi di fine ritiro, è cambiata. Nessuna storia per il risultato, sia chiaro. La Roma è già sul 3-0 per via della doppietta segnata proprio da Lamela (belli gli assist da sinistra, il primo di Pjanic e il secondo di Florenzi) e il gol di Pjanic, che con un tiro da fuori area ha trovato la collaborazione del portiere Gallardo. (…)
CAMBI – Nell’intervallo Zeman ne cambia cinque: dentro Lobont, Romagnoli, Perrotta, Tachtsidis e Balzaretti al posto di Lobont, Burdisso, Bradley, De Rossi e Piris. Anche Castan, nel frattempo, è agitato: i suoi interventi sono sempre decisi e a un certo punto il brasilaino provoca le proteste della panchina dell’Orlando. Il bel gol di Florenzi, che da destra scende e conclude bene con sul secondo palo, spezza la monotonia della ripresa. Così come, durante la girandola delle sostituzioni che vede entrare Marquinhos al posto di un Dodò non ancora al meglio e Marquinho per Pjanic, lo stesso effetto lo ha l’ingresso in campo di Totti: applausi, anche da una ventina di tifosi di casa che erano arrivati con tamburi e fumogeni. Il capitano giallorosso entra più che altro perché deve farlo: che promozione del marchio metterebbe in atto la Roma senza di lui? (…)