L’autunno di Praga: prestazione disastrosa della Roma contro uno Slavia molto aggressivo

L’autunno di Praga: prestazione disastrosa della Roma contro uno Slavia molto aggressivo

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Europa League Slavia Praga-Roma

Niente primo posto, niente qualificazione, niente Roma. Magari fosse stata un’amichevole, come da provocazione di Sarri. Mourinho torna dalla trasferta ceca infuriato e infreddolito da uno spettacolo indecente. E ora, essendo lo scontro diretto perfettamente alla pari con lo Slavia, potrebbero non bastare 6 punti nelle ultime 2 giornate per vincere il girone perché i cechi hanno 3 gol di vantaggio nella differenza reti generale.

Come scrive il Corriere dello Sport, il rischio concreto dello spareggio di febbraio è la conseguenza di un black out collettivo e prolungato che ha lasciato la Roma senza elettricità per cento minuti. Può aver inciso il pensiero del derby, più o meno inconscio, che ha consigliato a qualche giocatore (Lukaku per dirne uno) di gestire le energie. Ma la verità è che non c’è stata partita. Il 2-0 allo Slavia sta persino stretto: a tempo scaduto il nuovo entrato Van Buren ha fallito un facilissimo contropiede che avrebbe allargato le proporzioni.

La Roma invece non è mai stata intraprendente e tantomeno pericolosa. Non ha mai giocato per l’obiettivo dichiarato, che era vincere per chiudere a Praga la questione europea e dedicarsi al campionato. Eppure Mourinho era stato di parola, cambiando solo tre giocatori più il portiere rispetto alla partita con il Lecce: dentro Celik a destra e Paredes nel mezzo più Belotti al posto di Dybala nella linea di attacco. Anche stavolta lo schieramento era ibrido, con Aouar molto trequartista e poco mezzala e Belotti a girare attorno al perno belga sull’altro lato. Il 3-5-2 cartaceo diventava dunque spesso 3-4-2-1 con Bove pronto a ripiegare sul vertice basso occupato da Paredes. (…)

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