L’emergenza sanitaria derivante dal coronavirus ha indotto l’Uefa a posticipare l’Europeo di calcio, che si sarebbe dovuto giocare il prossimo giugno, nel 2021. Un anno dove è possibile sperare che la materia prima impastata negli ultimi mesi lieviti in questi mesi di buio e mostri un’Italia da corsa a tutti i livelli. Considerando solo i giocatori nati dal 1997 in avanti:
Porta – Un pregio di reparto: il talento. Un limite: la crescita. Donnarumma difende la porta milanista da quando aveva 16 anni, ma fino adesso ha visto le partite europee solo dalla tv. Meret fa fatica nel duello con Ospina e Audero ha fatto peggio di un anno fa.
Difesa – Un pregio: la crescita. Un difetto: il talento. La qualità di Luca Pellegrini è la speranza a sinistra, mentre a destra manca un terzino a cui affidarsi. Può essere Ghiglione, che però non è titolare nel Genoa, possono esserlo Depaoli e Adjapong. Al centro, oltre a Bastoni, si attende la crescita di Cistana e Brescia.
Centrocampo – Un pregio: la varietà. Un difetto: l’esperienza. È il reparto migliore con Tonali, Barella, Castrovilli, Locatelli, ma anche Mandragora, Pessina, Cassata, guardando in B Pobega e Frattesi. A questi manca solo l’esperienza internazionale.
Attacco – Un pregio: la sfacciataggine. Un difetto: la testa. Il censimento dice Zaniolo, Chiesa e Orsolini come esterni d’attacco, Kean come prima punta designata. In seconda classe Cutrone e Pinamonti, poi ci sono Pellegri, Scamacca, Favilli, Sottil. Bisogna lavorare però sulla testa: ad esempio, nell’ultimo Europeo U21, come hanno inciso Kean e Zaniolo? Saltando l’ultima partita per punizione.
Infine c’è una folta schiera di 18enni molto promettenti che fra due anni potranno far sorridere. I nomi sono tanti tra cui spiccano i romanisti Alessio Riccardi e Riccardo Calafiori.
Fonte Gazzetta dello Sport