IL ROMANISTA – D. GALLI – Ci sarà bisogno ancora di un passaggio alla Camera e di un paio al Senato. Puri «pro forma», assicurano a Montecitorio.
Stavolta non ci saranno sorprese. Perché ieri è stato raggiunto un accordo totale, trasversale, sul disegno di legge sugli stadi. Accordo totale, quindi nessun ulteriore emendamento, quindi tempi relativamente brevi. Anzi brevissimi, considerato il lunghissimo travaglio parlamentare. Per la Roma è una notizia di straordinaria importanza. Una volta legge, il testo consentirà di abbreviare sensibilmente l’iter burocratico per lo stadio di proprietà. «Finalmente la proposta di legge che consentirà la costruzione di nuovi stadi e la ristrutturazione di quelli vecchi passa in sede legislativa. Oggi (ieri, ndr), infatti, sono stati approvati all’unanimità gli emendamenti del relatore». Consenso. È la parola chiave. Lo sottolinea anche Giovanni Lolli, il deputato del Pd firmatario del disegno di legge, ddl in gergo, assieme al collega del Pdl Andrea Butti: «La costruzione e la ristrutturazione degli stadi e dei palazzetti con l’approvazione definitiva della legge avrà tempi certi e regole chiare. Sono molto contento del lavoro collettivo che abbiamo fatto, tutte le forze politiche si sono impegnate nella riuscita di questa mediazione proponendo cambiamenti ma anche rinunciando ad alcune delle proprie proposte».
Vabbé, ma cosa significa per i tifosi della Roma, che da anni attendono uno stadio di proprietà? Beh, quello di ieri è un passo decisivo. Mancano delle tappe, ma ormai la strada è in discesa. Ci vorrà un mese per la votazione da parte della Camera del ddl. Dopo il via libera di ieri, l’ok dell’Aula è scontato. Poi il testo finirà di nuovo al Senato, che l’aveva approvato la prima volta in fretta e furia a ottobre di tre anni fa. Fu un errore, il ddl fu oggetto di pesanti critiche e costrinse la VII Commissione della Camera a un pesante lavoro di rivisitazione. Una fase che si è conclusa ieri, con l’approvazione all’unanimità in Commissione. È possibile che a Palazzo Madama il testo venga nuovamente emendato? A Montecitorio, dove contano sulla regia del Governo per evitare brutti scherzi da parte dei senatori, assicurano di no. Ricapitolando: tra un mese il sì da parte della Camera, poi il disegno di legge sarà sottoposto all’esame della Commissione al Senato. Se ci sarà unanimità anche lì, e cioè in Commissione, l’ultimo passaggio sarà il sì del Senato. Poi il testo sarà legge. Un tempismo perfetto per la Roma, che a giugno saprà dalla Cushman & Wakefield qual è l’area migliore per costruire lo stadio e che ha appena rinnovato con il Coni il contratto d’affitto per l’Olimpico. Sarà casa nostra fino al 2015. Dopo, traslocheremo. Adesso c’è qualche certezza in più
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