IL MESSAGGERO – A. ANGELONI – Max Tonetto, anni 38, ex terzino sinistro della Roma, con la quale ha vinto due coppe Italia e una Supercoppa italiana, sfiorando lo scudetto in almeno un paio di occasioni. Totale: 84 partite, 1 gol. Anni passati con Andreazzoli. «Una figura fondamentale per quella Roma. Era il collante tra Spalletti e la squadra, studiava gli avversari e spesso ci dava i consigli giusti».
Non era il vice di Spalletti, però.
«No, era Domenichini. Però Aurelio spesso prendeva la parola nelle riunioni tecniche e di solito quelle erano situazioni dedicate solo al primo allenatore».
Che lei ricordi, ci sono partite «vinte» per merito di Aurelio?
«Non una in particolare, però su alcune – grazie a lui – eravamo molto preparati su come affrontare gli avversari sulle palle inattive».
E in campo cosa faceva?
«Curava la fase difensiva».
Con voi era un amico.
«Persona molto professionale, pacata, mite, si rivolgeva alla squadra sempre con garbo. Credo di non avergli mai sentito alzare la voce. Mai, con nessuno. E questo forse è un limite».
In che senso?
«Credo che in uno spogliatoio ci voglia equilibrio e Aurelio ce l’ha, ma anche carattere e la capacità di alzare la voce. Tutti gli allenatori bravi che ho avuto erano così, gli altri magari avevano qualche problema in più».
Ad esempio?
«Guidolin era uno che nei momenti difficili invece di arrabbiarsi si intristiva. Ancelotti, che ho avuto a Reggio Emilia, era un compagnone, sempre pronto allo scherzo, ma aveva il giorno in cui gli partiva la vena ed erano dolori».
E quindi Andreazzoli deve cambiare.
«Un po’ sì. Nella Roma c’è bisogno di farsi sentire, magari – se c’è bisogno – anche di sbattere al muro qualcuno. Nei rapporti personali lui è perfetto, con un gruppo intero non lo so, è la prima volta che lo guida ad alto livello».
Come giocherà la Roma adesso.
«Aurelio sicuramente si porterà dietro ciò che ha condiviso con Spalletti, ma pure qualcosa di Luis Enrique, di cui era un estimatore. Il 4-2-3-1 può farlo. Non c’è un Pizarro ma la qualità la trova davanti con Pjanic; il 3-5-2 o 3-4-3 anche, avendo tre centrali di difesa molto forti e ricambi sulle fasce. Di sicuro capirà che la Roma non potrà più rischiare molto, quindi maggiore attenzione dietro e sfruttamento totale delle qualità degli attaccanti».