CORRIERE DELLO SPORT (P. TORRI) – Lo stadio della Roma. Da una vita ne sentiamo parlare, ma fin qui le chiacchiere sono sempre rimaste tali.
Stavolta, però, anche alla luce delle parole pronunciate ieri dal sindaco Alemanno, potrebbero esserci tutti i presupposti perché qualcosa succeda. Intanto c’è una nuova proprietà che attraverso le parole di mister Tom DiBenedetto ha fatto capire in maniera piuttosto chiara come la costruzione di uno stadio di proprietà sia un passaggio obbligato per garantirsi un futuro ( «Lo stadio è fondamentale » le parole del futuro, nuovo, presidente della Roma). E poi sembra che davvero un po’ tutte le parti in causa abbiano metabolizzato come per ridare linfa a un calcio italiano che sta perdendo posizioni, sia necessario garantire ai club la possibilità di patrimonializzare per poter continuare a pensare in grande.
ALTERNATIVE – Nel business plan presentato dagli americani non è stato inserito il progetto dello stadio. Soprattutto perché prima di fare un progetto, non è di secondaria importanza sapere dove si potrà costruire. In base al luogo si sceglierà un progetto. Allo stato attuale delle cose, non sono meno di quattro le aree dove potrebbe essere costruita la nuova casa della Roma: quelle di Tor di Quinto, Tor di Valle, sulla Roma-Fiumicino in concomitanza dell’incrocio con il Grande raccordo anulare, la Massimina. Da quello che ci risulta, al momento si potrebbe pure cancellare la zona di Tor di Quinto. Il motivo è semplicissimo: se a Roma saranno assegnati i Giochi del 2020, in quella zona è previsto che sarà costruito il nuovo villaggio olimpico. Bisognerebbe aspettare il sette settembre del 2013, giorno in cui sarà ufficializzata la designazione dei giochi olimpici. Si possono aspettare oltre due anni? Rimangono in piedi le altre tre candidature, quella di Tor di Valle (i terreni sono del gruppo Parnasi), la Massimina (individuata all’epoca dello stadio Franco Sensi, terreni del costruttore Scarpellini ma tuttora a destinazione agricola), la zona sulla Roma-Fiumicino. Il gruppo degli americani affiderebbe il progetto a mister Ruane, uno dei quattro soci, esperto nel settore immobiliare con l’aggiunta di un manager dei Red Sox per uno stadio concepito per il calcio e per garantire cash.