CORRIERE DELLO SPORT – A. GUIDO – Per uno che è cresciuto col mito e nel regno di Cassano ritrovarsi nel mirino di Roma e l’Inter, la prima e l’ultima squadra di FantAntonio, deve essergli sembrato un sogno. Ma adesso che si è aperta l’asta per assicurarsi la metà del suo cartellino che appartiene al Bari Nicola Bellomo non sta più nella pelle. Ma proprio sul più bello gli hanno proibito di esprimere tutta la sua gioia. Fatale l’innocente ammissione di aver tifato da piccolo per l’Inter. « In tempi non sospetti l’avevo sempre detto di essere stato da bambino tifoso nerazzurro ». Ma ora che per il talento purissimo di Bari Vecchia si è fatta avanti anche la Roma che col club biancorosso ha sempre avuto rapporti eccellenti, la storia si fa seria. Negli ultimi tempi dalla Roma sono arrivati diversi giovani che hanno trovato in Puglia la loro valorizzazione come Stoian, Crescenzi, Sabelli ed ora si è aggiunto anche Tallo. All’idea di poter finire con Zeman gli occhi di Bellomo ieri brillavano di contentezza. « In questo momento – ha ripetuto spesso – penso solo al Bari, il mio grande amore. Voglio fare bene con questa maglia poi quel che verrà verrà ».
Lui come Cassano: dalla città vecchia al calcio dei grandi
UGUALI E DIVERSI – Cassano spesso e volentieri girava le spalle a cronisti e fotoreporter, a Bellomo invece gli hanno consigliato di tenere la bocca chiusa nel momento in cui il mercato si diverte a disegnare le più svariate strategie. A voler essere pignoli si potrebbe anche dire che Bellomo, a differenza del suo illustre concittadino, non sbaglia un congiuntivo. Libri e pallone. Oltre a giocare il ragazzo ha conseguito anche un diploma in Elettronica e Telecomunicazioni. Cresciuto nella citta vecchia, come il “pibe de Bari” a inseguire palloni tra i vicoli e le chanche di Pazza Odegitria, ha sempre rifiutato paragoni scomodi. « Sì, è vero anch’io ho imparato a giocare per strada per poi passare nelle giovanili biancorosse proprio come Antonio. Lo conosco, lo stiamo, ma siamo profondamente diversi… ». (…)
L’ORO DI BARI – Dalla vendita della seconda metà del cartellino di Bellomo il direttore sportivo Guido Angelozzi spera di ricavare 2, 5 milioni di euro per permettere alla società di pagare a metà febbraio gli stipendi senza incorrere in una nuova penalizzazione che farebbe sentire pesantemente i suoi effetti sulla classifica con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Bellomo aveva già salvato il Bari all’inizio della stagione quando sempre Angelozzi ricavò dal Chievo 1 milione e 750 mila euro dal Chievo (compreso il cartellino di De Falco) in un momento in cui non c’era un centesimo in cassa.