CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Prima o poi doveva succedere, non si può vincere derby all’infinito, ma perdere così a un pugno di secondi dalla fine è una botta difficile da razionalizzare. Nel momento del gol decisivo di Klose, Luis Enrique non ha quasi fatto una piega: si è girato verso la panchina, realizzando che la sua prima partita contro la Lazio sarebbe stata indimenticabile. (…) « Mamma mia che finale sospira Luis Enrique -è un peccatoper come è stata tutta la partita. Quando credevamo che il nostro sforzo fosse stato premiato ci è mancata la fortuna. Ormai avevamo pareggiato, la partita era praticamente finita».
SPERANZA -Anche la faccia di Thomas DiBenedetto in tribuna d’onore era più provata che corrucciata. I risultati contano, nei derby poi contano ancora di più, ma nella testa dei tifosi rimarrà anche una Roma incoraggiante, di personalità, capace di provare a comporre il proprio gioco anche in inferiorità numerica. Nove debuttanti nella formazione titolare (!) hanno a lungo approfittato della scarsa serenità della Lazio. E forse se Kjaer avesse lasciato andare in porta Brocchi, lasciando le squadre in undici contro undici a costo di concedere il pareggio, sarebbe finita diversamente.« C’è stata una Roma in undici e una Roma in dieci. Dopo l’espulsionechiarisce Luis Enrique -ho cercato di tenere due punte in campo perché volevo vincere la partita. Poi ho fatto entrare Pizarro perché ho capito che la squadra era stanca. Altri cambi non ne avevo, avrei voluto inserire Borriello sullo 0-1, l’infortunio di Rosi mi aveva già costretto a inserire Cassetti. E lo stesso Pizarro non era al cento per cento ma è stata una soluzione obbligata. Sono contento però di come si è comportata la Roma dopo l’1-1».
CONTROCORRENTE -Il rimpianto semmai è per il primo tempo: «Avevamo cominciato bene, tenevamo la palla, ci inserivamo nella maniera corretta. Ma dopo essere andati in vantaggio non siamo riusciti a venire fuori con la palla come di solito facciamo. Per difenderti meglio, devi stare lontano dalla tua porta. Poi è ovvio, c’è anche la Lazio, però noi su queste cose dobbiamo migliorare. Loro ci hanno pressato e ci hanno impedito di costruire il nostro gioco. Inoltre avremmo sicuramente dovuto concretizzare di più». La scelta di Kjaer al posto di Burdisso ha una motivazione logica:«Nico veniva da un viaggio incredibile. Sì è vero, anche Hernanes, però io ho preferito decidere così pensando al bene della squadra. Poi alla fineè facile dire che ho sbagliato, ho capito che da voi funziona così. Non c’è problema, ma io penso solo a trovare le soluzioni per migliorare la Roma. L’obiettivo è giocare per novanta minuti come abbiamo fatto nei primi dieci. So che non è semplice ma la strada deve essere quella».(…)
FAIR PLAY -Poche critiche alla Roma, nessuna critica a Tagliavento che pure è stato contestato dai giocatori, Osvaldo in primis:«Non parlo mai dell’arbitro, anche perché dalla panchina non vedo niente. Guardate che è difficile arbitrare. Come è difficile allenare. Posso invece dire che penso già alla prossima partita. E sono già pronto per il derby di ritorno».