IL ROMANISTA – M. MACEDONIO – Quell’esultanza a fine gara, mentre salta a bordo campo abbracciando l’intero suo staff, resterà di certo nella memoria di questo campionato.
Non stava più nella pelle, Luis Enrique, al fischio finale di Rizzoli, sapendo quanto questi tre punti fossero, e siano, importanti, con sei giornate ancora da giocare e un calendario – perlomeno sulla carta – non impossibile. Torino compresa, se la squadra saprà dare finalmente quella benedetta continuità, se non al gioco, almeno ai risultati. Perché se i due gol messi a segno nel finale a Lecce non erano serviti a nulla, anzi erano apparsi quasi irritanti, quelli realizzati questa sera negli stessi minuti hanno tutt’altra valenza. «E’ questa la mia Roma» dice Luis Enrique ai microfoni di Sky, e più tardi in sala stampa. «Ma la mia Roma – aggiunge – è anche quella che ha subito pesanti sconfitte. Perché sarebbe facile per un allenatore dire che la sua Roma è quella che vince. La vittoria ha sempre tanti genitori, mentre la sconfitta non la vuole nessuno. E allora, me la prendo io, con tutte le responsabilità che questo comporta». Un modo per giustificare anche le partite non giocate al meglio? «Sì, perché i calciatori sono persone. Se non avessi visto in loro la sofferenza, mi sarei preoccupato. Ma non è così. Certo, ci sono state troppe sconfitte. E questo è brutto per i tifosi, ma anche per noi e la società».
La vittoria è servita a guadagnare oggi una posizione. «La squadra vuole rimanere lì, vicina a quelle che si giocano un posto in Europa. Sono contentissimo per i ragazzi, perché si meritavano questa vittoria, e faccio loro i miei complimenti». Francesco Totti si è confermato decisivo per le sorti della squadra. «Abbiamo fatto sconfitte anche con lui. E la situazione non può essere valutata solo sulla base di un calciatore. Siamo certamente lontanissimi dal nostro livello e so che questo fa arrabbiare. Ma stasera la fedeltà del tifo c’è stata per tutta la partita. Non lo era prima, ma durante la gara i tifosi si sono comportati in modo bellissimo. Hanno creduto nella squadra e la squadra ha fatto bene anche per questo. E qualcosa di buono dobbiamo pur aver fatto per essere ancora lì». De Rossi può rappresentare una scelta in prospettiva nel ruolo di centrale difensivo?, gli chiedono. «Può esserlo, in futuro. Se oggi l’ho utilizzato in quel ruolo, è perché tre partite a settimana sono troppe a livello fisico. Lui è uno che aiuta la squadra, ed è importantissimo per noi, ma avendo avuto un problema all’anca nelle settimane scorse, ho preferito impiegarlo lì. Daniele può fare tutti e due i ruoli e questo è importante per un allenatore. Con Kjaer ha formato una coppia interessante e questo mi dà piacere». Ipotesi terzo posto ancora viva? «La settimana dopo una sconfitta è sempre difficile. Ma oggi la squadra ha fatto uno sforzo che ha avuto il suo giusto premio. Contro la Fiorentina, sarà una partita difficilissima. Ma se riusciamo a vincere sarà una possibilità in più che avremo conquistato».
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