CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Tra le opere d’arte, gli mancava quella del last gasp, L’ultimo sospiro, come lo chiamano i calciofili inglesi. Una pennellata da impressionista. Francesco Totti, in un’altra lingua, l’ha battezzata come annava annava, la soluzione che spunta quando non c’è più un attimo da perdere e l’arbitro ha già infilato in bocca il fischietto. E così il suo gol numero 221, valido per il sorpasso a Meazza, diventerà un cimelio per le modalità in cui è venuto: il pallone scagliato da venticinque metri è entrato nella porta di Viviano, complice cercato e voluto, al minuto 45’02”. (…)
NON E’ PALLONE – Non è stata una giocata da calciatore, atleta tradizionalmente poco abituato a guardare il cronometro. E’ stata una mossa da cestista. Come il canestro impossibile di Ruben Douglas da metà campo che consegnò lo scudetto alla Fortitudo Bologna nel 2005 (in casa dell’Olimpia Milano) proprio sulla sirena. (…)
PRECEDENTI – A Totti, peraltro, la Fiorentina porta fortuna nella specialità dei gol all’ultimo secondo. Sempre sotto la Curva Sud gli era già successo di segnare quando tutto sembra chiuso, o quasi. Nel 1996/97, con Carlos Bianchi, graffiò il pareggio (3-3) a tre minuti dalla fine. E nel 1998/99, già con Zeman, nell’unico pomeriggio magico dell’argentino Bartelt firmò il sorpasso a tempo scaduto dopo il pareggio di Alenitchev. Nell’aprile 2011 si è ripetuto a Udine, praticamente a recupero scaduto: un cross di Riise convertito in una zampata di esterno sul palo lungo senza che Handanovic potesse intervenire. In questo caso, cioè sabato scorso, si trattava del primo tempo ma il principio non cambia: Totti sa incanalare l’ansia per il tempo che passa in un condensato di efficienza e imprevedibilità che spiazza gli avversari. Del resto, se non avesse qualità mentali e fisiche fuori dalla norma non sarebbe determinante a 36 anni.