IL ROMANISTA (D. GIANNINI) – «L’erede di Guardiola? Piuttosto quello di van Gaal». La puntualizzazione arriva direttamente dalla Spagna. A spiegare che allenatore è Luis Enrique ci pensa Francesco Canale, corrispondente da Barcellona per Sky Sport 24.
«Il tecnico olandese è quello che lo ha segnato di più nella sua formazione come allenatore ».
Come giocano le squadre di Luis Enrique?
Col 4-3-3, come tutte le formazioni del Barcellona dai pulcini fino ai grandi. Stesso modulo, stessa mentalità offensiva. Nel suo caso anche un po’ di più.
In che senso?
Nel senso che in alcune occasioni ha provato anche una sorta di 4-2-4. Insomma, uno che pensa prima a darle e poi a non prenderle. Sì, in campionato ha avuto il secondo miglior attacco, ma di gol ne ha presi parecchi. Ma è la sua mentalità, non è uno “conservativo”. Faccio un esempio: se in una partita si trova in vantaggio per 2-0 e deve fare un cambio, non esiste che mette dentro un centrocampista. Se esce un attaccante, ne entra un altro.
Ok, il modulo. Ma che altre caratteristiche ha?
E’ un grande motivatore. E’ molto esigente sia dal punto di vista fisico, sia da quello mentale. Se un giocatore non è al top in entrambi gli aspetti, non gioca. Questo però comporta una rosa ampia. In effetti l’ha sempre voluta. Lui, almeno a livello di giovani, riteneva tutti importanti ma nessuno imprescindibile.
Perché è così stimato da Guardiola?
Probabilmente perché, oltre ad avere capacità tecniche, è stato capace di far arrivare in prima squadra 5 o 6 giocatori di assoluto livello.
Qualche nome?
Fontas, Bartra, Muniesa, Jonathan, Nolito e Romeu.
Qualche difetto?
In Spagna lo considerano un po’ troppo “fumantino”. Per questo non ha un buon rapporto con la stampa. Non si fida, è schivo, geloso del suo lavoro. Tant’è che quasi mai dà delle interviste esclusive e di solito non parla prima delle partite, lasciando la scena al suo secondo, Joan Barbarà.
Il contratto rinnovato nel 2010 scadrà nel 2012.
Sì, ma lo può rescindere unilateralmente. Quindi non ci sono problemi da questo punto di vista. La Roma non è stata l’unica a contattarlo. In Spagna, dopo che a metà marzo ha annunciato in conferenza stampa che avrebbe lasciato il Barcellona, sono a lungo girate voci di un possibile trasferimento all’Atletico Madrid, o alla Real Sociedad. Ma lui ha smentito categoricamente dicendo che non c’era nulla di vero.
E a Barcellona che si dice del suo probabile trasferimento alla Roma?
Per il momento ancora poco, quasi niente. Ma sarebbe strano il contrario. Perché qui si pensa solo alla finale di Champions che si gioca domani.