La Roma va e non si ferma più. 4 su 4 in campionato, 5 contando la gara di Champion’s. La squadra di Garcia è partita nuovamente a mille e tutte le buone premesse iniziali sono state per ora rispettate. Ieri sera a togliere le castagne dal fuoco ci ha pensato Miralem Pjanic. La vittoria contro il Parma è stata come la creazione di un dipinto: l’assist di Totti per il vantaggio di Ljajic è stata la prima pennellata, la punizione del bosniaco l’ultima. “L’urlo” di Munch la perfetta espressione dei supporter romanisti nel momento in cui la palla si è insaccata in rete. I giallorossi son riusciti anche questa volta caparbiamente a ottenere i 3 punti, grazie alle giocate dei suoi fuoriclasse, e grazie a una maturazione che ormai è sotto gli occhi di tutti. Le squadre dietro nel frattempo rallentano e quindi si inizia a configurare ciò che è stato pronosticato dalla maggior parte delle persone, ovvero il duello in testa fra Roma e Juventus. Il match di ieri non è stato per nulla semplice per gli uomini di Garcia, viste anche le tante assenze. Nonostante questo, i ragazzi hanno giocato ottimamente, nascondendo il pallone ai padroni di casa, con Cassano che, fra una pausa di gioco e l’altra, si lamentava per il suo “girare a vuoto” senza mai riuscire a prendere il pallone. Il tecnico giallorosso, dopo le belle parole in conferenza stampa, ha deciso di schierare dall’inizio Adem Ljajic, che l’ha ripagato con una prestazione più che sufficiente, almeno dal punto di vista realizzativo e dell’impegno. Positivissimo anche l’esordio per Holebas, l’ultimo arrivato dalle parti di Trigoria. Il greco ha spinto in modo aggressivo sulla fascia sinistra fin dai primi secondi, per poi calare solamente nella ripresa. Assoluto protagonista della prima frazione di gioco è stato capitan Totti, che dopo innumerevoli lampi di classe, ha ricevuto anche l’applauso di tutto il Tardini. Unica pecca della gara è il primo gol subito in questo campionato, ma poco importa, se non per i record e le statistiche. La coppia centrale Manolas- Yanga Mbiwa sembra così affiatata e solida da non fare neanche notare l’indisponibilità di Castan e Astori. Keita, arrivato solo questa estate, è già diventato il terzo capitano dopo Totti e De Rossi, il che fa capire tutta la sua personalità nello spogliatoio. Uno spogliatoio più unito che mai, come dimostrato ad esempio da Cole e Maicon, i due terzini “titolari” esclusi dalla formazione iniziale, che contro il Parma erano primi a incitare i compagni. Non è importante chi gioca, l’importante è vincere. Neanche il tempo di respirare, che sabato arriva l’Hellas Verona di Mandorlini. Un successo sarebbe fondamentale, per evitare di arrivare all’impegno europeo di Manchester con pensieri scomodi.
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