CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Via gli slogan e anche la retorica. Passiamo alla nuda cronaca. In questo campionato Francesco Totti ha segnato 4 gol, fornito 4 assist trasformati in rete e ha giocato 14 partite su 14: non gli succedeva dalla stagione 2006/07, quella dopo il Mondiale vinto, che si concluse con 26 reti e la Scarpa d’Oro. Ma soprattutto in campo è dovunque, quasi sempre nel posto giusto al momento giusto. A Siena, dove è stato toccato l’apice della sua centralità nella Roma di Zeman, ha interpretato cinque ruoli diversi: esterno d’attacco, centravanti, trequartista, mezz’ala, regista. Sinistra, destra, centro, dietro, avanti. A un certo punto, nella lentezza generalizzata della squadra del primo tempo, è andato da Marquinhos e Castan a prendersi il pallone sulla linea dei difensori[…]
I SEGRETI – Tutto ha una spiegazione. Totti a inizio stagione si è messo nelle mani di Zeman, un perfezionista della preparazione atletica di cui si è sempre fidato, concordando con il capo un piano di lavoro personalizzato che permettesse di gestirne adeguatamente il fisico: ha saltato certi allenamenti (e soprattutto sezioni di alcuni allenamenti, tipo i celebri gradoni) per non affaticare fibre muscolari e articolazioni che vent’anni di serie A avevano sollecitato. Da parte sua, Totti ha accettato una dieta più controllata – oggi è circa 3 chili sotto il peso dell’anno scorso – e ha trasferito in campo un’attenzione e una disponibilità che hanno fatto da traino e da esempio per i calciatori più giovani. Ecco, non si può trascurare l’aspetto motivazionale nell’analisi del rendimento di un campione che non ha mai dimenticato di divertirsi con il pallone tra i piedi e pure senza. «E se sto bene fisicamente – ricorda lui – posso giocare fino a 40 anni» . Al resto hanno contribuito la fatalità, che ne ha risparmiato la classe, e la lungimiranza di Zeman, che allontanandolo dalle marcature rigide senza allontanarlo dalla porta avversaria lo ha tenuto al riparo dai traumi.