CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – L’aveva studiata da tre giorni, quando aveva negato a De Rossi la partita di Catania: «Devo pensare anche alla Coppa Italia» raccontava Zeman, meditando la trasgressione della difesa a tre da applicare a Firenze. Una dolce idea, che ha allentato la stretta della crisi e ha riportato serenità alla Roma, ora attesa da tre intriganti sfide contro l’Inter. Questo giornale aveva preso una decisa posizione dopo la sconfitta contro il Catania, auspicando un intervento dei dirigenti che chiudesse definitivamente la vicenda De Rossi, salvaguardandone il patrimonio tecnico ed economico. Ecco: forse è stata imboccata la strada giusta(…)
SEMPRE DENTRO – L’importante, da adesso in poi, è che De Rossi non venga più escluso. Almeno per ragioni tattiche. Semmai, come è successo in Coppa, si può trovare un altro modulo che ne esalti le caratteristiche: di sicuro, con un altro centrocampista centrale a fianco i suoi tempi di gioco e la sua capacità nel fraseggio vengono rispettati di più. Ma anche il profilo del “regista zemaniano” nel 4-3-3 è un falso problema: contro il Milan, prima di Natale, De Rossi ha giocato una partita splendida proprio in quella posizione, pressando e verticalizzando, impostando e recuperando.
CONVIVENZA – Che ci sia Pjanic, che ci sia Tachtsidis, che ci sia chiunque altro, la Roma deve sempre partire da De Rossi. Le altre maglie a centrocampo si danno di conseguenza. Sarebbe l’unico modo per ricostruire un giocatore fondamentale e un uomo innamorato del suo mondo. In effetti – su questo ha perfettamente ragione Zeman – De Rossi ancora non ha trovato la migliore condizione atletica e forse «non ha i novanta minuti nelle gambe» . Ma questo succede perché, tolti i 120 minuti di Firenze che hanno stancato tutti i giocatori, negli ultimi due mesi De Rossi ha giocato soltanto tre partite: le due in campionato contro Milan e Napoli e quella di Coppa Italia con l’Atalanta. Per il resto, ha cominciato il derby finito velocemente con l’espulsione e poi ha partecipato attraverso due spezzoni alle sfide con Fiorentina e Chievo.Troppo poco per un atleta instancabile, che non è abituato al riposo: in carriera, salvo i primi vagiti con Capello e con la Nazionale, è sempre stato un titolare da 50 partite a stagione: fanno 5.500 minuti all’anno. In questa stagione, superato il giro di boa, ne ha giocati circa 1.400. E nella Roma, in campionato, è al quindicesimo posto nella classifica dei calciatori più utilizzati da Zeman (830 minuti, 50 in meno di Destro).