Nella trasmissione radiofonica “Bar Forza Lupi” in onda su Centro Suono Sport FM 101.5 e condotta da Massimo D’Adamo, Gabriele Ziantoni e Cindy Simonacci a poche ore dal derby, è intervenuto Pedro Manfredini, ex calciatore della Roma.
Pedro, è vero che ti chiamavano “Mineral”?
Sì, ma in Argentina: era un cavallo che vinceva sempre. In Italia, oltre a Piedone, per una foto scattatami appena sbarcato a Fiumicino, mi chiamavano anche Gina, perché avevo capelli molto lunghi tenuti in una retina.
Rispetto ai vostri tempi, cosa hanno di più i giocatori di oggi?
Noi avevamo molta più tranquillità: la famiglia, gli amici. I calciatori di oggi hanno probabilmente più soldi. Nonostante in Argentina, giocassimo in Serie A non avevamo la macchina. L’ho comprata arrivato in Italia.
In Italia, appunto, arrivasti come erede naturale di Dino Da Costa, conoscevi qualcosa di Roma?
Assolutamente no. Noi calciatori Argentina conoscevamo solo il Milan perché aveva giocato una gara con l’Estudiantes. Rimasi subito impressionato dai tifosi giallorossi, sono unici al mondo. Non ce ne sono altri simili.
Sei stato uno dei principali fautori del record di vittorie nei derby della Roma conseguito tra il 1958 e il 1961. Cosa ricordi della stracittadina?
Segnai una tripletta nel ’60, nel quinto derby, quello del record. Mi ricordo che un gruppo di tifosi laziali, per una scommessa, dovette pagare una cena ad alcuni amici romanisti. Io ero ospite d’onore, da morire dal ridere.
Rispetto alla gara tra Roma e Lazio cosa ti aspetti?
Il derby è sempre molto difficile e solitamente viene deciso dagli episodi. E’ una partita particolare. Soprattutto spero che non succeda niente, che i tifosi vadano allo stadio e si divertano.