“Lo stadio è un asset patrimoniale fondamentale. Lo stadio deve avere certe caratteristiche: senso di ospitalità, debellare la violenza, senso di appartenenza perché i tifosi si devono sentire nella loro casa. E tutto questo porta anche ad un aumento di ricavi. Uno stadio non vissuto come una cattedrale nel deserto vissuta ogni 15 giorni ma come un entità dove vivere la socialità tutti giorni garantisce un introito fondamentale”. L’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, ha parlato ai microfoni di ‘Radio anch’io Sport’ su Radio Uno, commentando anche l’importanza di uno stadio di proprietà per la competitività di un club. “Lo abbiamo visto con la Juventus Stadium, dal 2010 quando eravamo al Comunale e gli introiti erano sui 6 milioni, ora si viaggia su 50-60, questo sottolinea come gli introiti da stadio siano una voce importante e rilevante”, conclude.
“Al di là dei due anni di contratto, Spalletti è un allenatore che sta viaggiando secondo gli obiettivi, abbiamo gli stessi punti dello scorso anno e l’obiettivo Champions è alla portata: spero che possa raggiungere questo traguardo per noi prioritario -prosegue il dirigente interista-. Le voci su Conte? Sono una conseguenza del fatto che è libero e che rappresenta un profilo di allenatore vincete; ho lavorato con lui e rappresenta la personalità di un allenatore che nel calcio moderno si inserisce in maniera molto forte. Ha dimostrato di vincere con la Juve e col Chelsea ed è normale che venga accostato a una società. Sottolineo di nuovo come Spalletti ha dimostrato una struttura di squadra sempre in crescita, noi abbiamo Spalletti che a pieno merito è allenatore dell’Inter ed è giusto elogiarlo”.
“La famiglia Zhang vuole fare bene poi però ci sono questi paletti del Financial fair play che non ci lasciano carta bianca nel poter investire -prosegue il dirigente nerazzurro-. La distanza dai bianconeri? Credo che la Juventus possa in Italia avere un ruolo da protagonista ancora per diversi anni perché il gap che c’è con le altre è notevole e legato soprattutto ad un aspetto economico”. Sul fatto se sia più facile esser competitivi in campionato o in Europa, Marotta conclude. “E’ molto più difficile vincere una Champions ma la differenza sostanziale è che la Champions è un torneo e ci sono delle componenti di circostanze favorevoli come arrivare alla gara clou senza infortuni o squalifiche, nei campionati nazionali i valori assoluti alla fine vengono fuori. Si può lottare, anche se non ad armi pari, col coltello tra i denti e dare fastidio”.