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Massucci (Capo Gabinetto Questura): “Stop allenamento al Tre Fontane? No imposizione, condiviso con la società. Le barriere? Se gli ultras rifiutano dialogo non cambierà nulla”

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Queste le dichiarazioni di Roberto Massucci – capo di Gabinetto della Questura di Roma – sull’annullamento dell’allenamento aperto al pubblico al Tre Fontane e sulle barriere:

Per mestiere dobbiamo occuparci di garantire l’ordine e la sicurezza pubblica per tutti i cittadini, abbiamo letto sui giornali che c’era l’intenzione della Roma di organizzare l’allenamento aperto al Tre Fontane, e in assenza di una comunicazione formale abbiamo convocato una riunione, per capire tutti insieme e sottolineo tutti insieme, se questo allenamento a porte aperte si potesse fare oppure no. Abbiamo fatto una riunione con la Roma, con la proprietà dell’impianto sportivo, abbiamo analizzato le problematiche della zona, abbiamo visto quando c’era l’intenzione di fare questo allenamento calendarizzato il sabato pomeriggio, cioè nel momento di massimo afflusso dell LunaPark,con un congestionamento particolare della zona, abbiamo visto che lo stadio aveva una sola tribuna agibile di 1500 persone quindi non sufficiente per ospitare le presumibili 5-6 mila persone che avrebbero assistito all’allenamento, abbiamo valutato tutti insieme che l’impatto sul quartiere e sui relativi cittadini non sarebbe sostenibile, quindi si è condiviso tutto insieme di non fare questo allenamento al Tre Fontane e che sarebbe stato rivalutato in altre circostanze. Nessuna imposizione della Questura,c’è stato un sereno confronto con tutti gli attori per verificare se si potesse fare, la nostra predisposizione era “vediamo se si può fare”, non è stato possibile ne abbiamo preso atto tutti quanti insieme e responsabilmente abbiamo adottato i provvedimenti di propria competenza. Roma organizza e ospita Giubilei con milioni di pellegrini e migliaia di manifestazioni l’anno quindi credo sia in grado di organizzare eventi di ogni genere, certamente non un evento a porte aperte a ridosso del derby al Tre Fontane, perché i cittadini della zona avrebbero avuto degli ingiustificabili disagi per un evento che chi ha pensato di organizzare non ha fatto le dovute valutazioni.”

Le barriere perché solo a Roma?

Le barriere per noi sono un insignificante tassello di un percorso di sicurezza, quindi siamo assolutamente aperti a discutere di questo tema in un dialogo aperto con le società sportive e attraverso di esse con i tifosi, per trovare spazi di agibilità condivisi, il problema è che la componente ultras continua a rifiutare questo dialogo che continua nell’intransigenza su questo tema,che non porterà sicuramente a nulla. Ribadisco e rilancio il tema del dialogo aperto, ci sono altre realtà italiane dove non ci sono le barriere ma ci sono alti livelli di organizzazione, civiltà, altissima partecipazione dentro gli stadi e credo che Roma debba guardare a questi alti modelli di legalità che ci sono in Italia e in Europa e non certo giocare al ribasso rispetto ai livelli di sicurezza. Le barriere sono l’applicazione di una norma, noi lo abbiamo fatto non posso rispondere a proposito di altre zone e altre città”

Fonte: TRS

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