CORRIERE DELLO SPORT – Forse lo spot di Zinedine Zidane è diventato, in privato, un consiglio. O forse il grande numero dieci ha solo benedetto un’idea già balenata. Certo è che la Juve, nelle ultime settimane, ha intensificato i contatti per Jeremy Menez, 23 anni, trequartista della Roma e della nazionale francese.
L’IDENTIKIT – Martedì sera, a Parigi, c’era un inviato bianconero: occhi su Gael Clichy e sul croato Luka Modric, ma anche sul gioiello sbocciato nel Socheaux. Non che occorresse una missione per verificare qualità ben conosciute, tuttavia l’attenzione è stata particolare. Menez è diventato un obiettivo per la qualità che sa infondere (e la Juve ne ha disperato bisogno), per la duttilità che può trasformarlo in attaccante esterno, vertice alto del rombo o centrocampista di fascia sinistra nel 4-4-2, per l’età, per l’ingaggio rientrante nei parametri (1,5 milioni quello attuale) e… per il disagio che vive. Finito ai margini dopo l’addio di Ranieri, ha sofferto la precarietà e manifestato l’amarezza, sino a incrinare il feeling con parte dei tifosi. La Juve, per strapparlo ai giallorossi, farà leva proprio sul suo stato d’animo: a Torino sarebbe al centro del progetto tecnico, otterrebbe spazio e fiducia adeguati.
L’INVESTIMENTO – Se appaiono chiari, al di là dell’esito, gli strumenti scelti per sedurre il calciatore, più complicata è la strategia economica per accontentare le richieste giallorosse: oltre 20 milioni di euro, d’altra parte nel contratto è inserita una clausola rescissoria di 23. La Juve ha risorse “ interne” sufficienti per ripianare il “rosso” ed operare un buon mercato, ma per assicurarsi i top players ritenuti indispensabili, considerando anche il riscatto di alcuni prestiti, non restano che due soluzioni: l’aumento di capitale (indiscrezione tenace, ma il presidente Andrea Agnelli ha smentito) oppure l’autofinanziamento che passa ( anche) da un grande sacrificio. Come avvenne proprio con Zidane, girato al Real per pagare Nedved, Thuram e Buffon.
IL CONTATTO – E proprio a Gigi potrebbe toccare stavolta, perché la Roma fa sul serio e il suo inserimento nell’operazione consegnerebbe alla Juve un primo rinforzo senza esborsi cash, oltretutto con un significativo risparmio d’ingaggio. La società bianconera è sicura, sa quanto vale il portiere non solo da un punto di vista tecnico ma simbolico, e studia un’alternativa per sopportarne il costo, prolungando il contratto e spalmando lo stipendio. Però la Roma lo tenta e lui ammicca: «Parliamone fra otto giornate…» . Né convince lo stupore dell’agente Silvano Martina ( «Roma? Ma se non si sa con chi trattare…» ) perché uno dei dirigenti che assicureranno continuità tra la gestione della famiglia Sensi e quella di Thomas DiBenedetto ha contattato personalmente Gigi un paio di settimane fa.
L’EREDITA’ – Non casualmente, benché indecisa, la Juve studia l’eredità di Gigi: la soluzione più semplice ed economica è interna, con Marco Storari, mostratosi affidabilissimo, tra i pali aspettando la crescita di Laurientu Branescu. Intriga, però, anche Federico Marchetti: per via d’una clausola apposta dopo la rinuncia al processo per mobbing, il portiere del Cagliari – su cui sembra comunque in vantaggio il Milan – può essere infatti acquisito per soli 5,2 milioni di euro, assai inferiori al suo valore reale. Piace anche Salvatore Sirigu, ma il presidente Zamparini giura che rimarrà a Palermo, mentre Rob Jansen, manager del portiere dell’Ajax Marteen Stekelenburg apre alla Juve: « Stiamo cercando un club importante per la prossima stagione, perciò è una seria candidata. Anche se non giocherà la Champions? Certo, la Juve è la Juve» .