IL MESSAGGERO (S. CARINA) – «Montella? Fino a marzo sono stato veramente bene…». Se la cava con una battuta Jeremy Menez, richiamando il fantasma di Claudio Ranieri per spiegare il suo rapporto non idilliaco con l’attuale tecnico: «Non mi sono sentito troppo sostenuto, ma non c’è problema. Ranieri mi ha aiutato molto e l’ho ripagato. Per questo motivo il suo addio mi ha deluso – ha dichiarato a France Football – Sono una persona che ha bisogno di sentire la fiducia dell’allenatore per esprimersi al meglio. Montella dice di avermi fatto giocare? Se ha detto questo e lo pensa, tanto meglio per lui». Singolare che l’ex Monaco si appelli alla mancata fiducia per giustificare un’annata deludente. Dall’arrivo di Montella, infatti, Menez è partito titolare – eccezion fatta per la gara di Udine dove era infortunato e l’ultima contro il Catania (escluso dopo l’ennesima prova incolore) – sette volte su dieci.
Dopo le prime due partite (Parma e Lecce) dove aveva racimolato solo 36 minuti, Montella lo ha schierato titolare in tutte le gare giocate, relegandolo in panchina solo contro il Milan, a seguito di una settimana, dove però la dirigenza aveva pensato addirittura di non convocarlo per l’indolenza che mostrava negli allenamenti. Ebbene, contro Lazio, Fiorentina, Juventus, Palermo, Chievo, Bari e Inter (in Coppa Italia), pur giocando dal primo minuto, Menez ha deluso: zero gol ma soprattutto prestazioni che hanno lasciato molto a desiderare. Il francese accenna anche al futuro: «Quando finirà il campionato parlerò con i dirigenti per decidere cosa fare: i giornali dicono che andrò via». A dir la verità, il primo ad adombrare perplessità sulla sua permanenza nella capitale è stato proprio lui. Prima con un’intervista a l’Equipe, seguita dalle parole dell’agente Migliaccio e bissate dalle sue dichiarazioni il 6 aprile: «Resto? Non lo so».
Chi invece ha già salutato è Mexes: «Posso ufficializzarlo, sono orgoglioso di essere un giocatore del Milan per le prossime quattro stagioni. Già lo scorso anno proposi alla Roma di vendermi ai rossoneri, ma non se ne fece nulla. Ho deciso di andar via durante l’inverno ma ci tengo a precisare una cosa: in Italia non avrei mai potuto giocare con altre maglie. Se non fossi venuto al Milan sarei andato all’estero». Magra consolazione.