IL TEMPO – Il vento d’America non basta per cambiare la rotta di Philippe Mexes. Mentre la Roma si prepara a una svolta storica con il cambio di proprietà, il difensore parla da ex. Ha raggiunto da mesi un accordo con il Milan e neanche la prospettiva di un rilancio targato Usa, con il possibile ritorno a Trigoria di Franco Baldini che per Mexes è più di un amico, ha cambiato i suoi programmi.
Il giorno dopo il primo gol con la maglia della nazionale segnato contro il Lussemburgo, il romanista preannuncia il cambio di club a fine stagione. Nulla di sorprendente, ma le parole che rimbalzano dal ritiro della Francia fanno un certo effetto. «Arrivo alla scadenza del contratto con la testa libera. Valuterò – spiega il difensore – tutte le proposte, non ho preferenze ma se dovessi cambiare squadra sarebbe più facile restare in Italia: conosco bene il campionato».
Così sarà ma non nella Roma. «Colpa» del contratto da oltre quattro milioni netti all’anno che gli ha offerto al Milan, al di là di quanto afferma il diretto interessato: «La mia decisione non dipende dall’aspetto economico. Si parla tanto del Milan, come di una mia possibile permanenza alla Roma o un trasferimento in Inghilterra: io preferisco non dire niente. Prenderò una decisione nei prossimi mesi, posso soltanto aggiungere che non mi interessa tornare in Francia». Il danno per la Roma è doppio: si perde un titolare senza incassare un euro. Gli americani speravano che la vicenda fosse gestita meglio ma quando hanno provato a intervenire la frittata era già fatta. L’unico potenziale vantaggio in prospettiva è il risparmio di un ingaggio tra i più «pesanti»: grazie all’addio di Mexes, aggiunto alle partenze di Baptista e Adriano e a quello previsto per giugno di Loria (che guadagna 1,2 milioni lordi…), il monte ingaggi scenderà a quota 68,5 milioni lordi, premi esclusi, rispetto agli 83 di inizio stagione. E c’è la possibilità di arrivare a 60 milioni liberandosi, ad esempio, di Doni e Cicinho che tornerà a giugno dal prestito. In questo modo nel bilancio si aprirà lo spazio per inserire due-tre contratti importanti dei nuovi giocatori. La programmazione degli investimenti sarà uno degli aspetti da limare negli incontri che inizieranno domani mattina tra DiBenedetto, Unicredit e i rispettivi legali. Il futuro presidente è atteso nelle prossime ore a Roma, con tanto di scorta, e le trattative che precederanno la firma dureranno almeno 48 ore. Ci sono ancora diversi dettagli da sistemare, ma nulla che possa pregiudicare la svolta americana.