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Milan, Fassone: “Pallotta è mancato di stile e ha detto cose inesatte: nostro debito in percentuale straordinariamente migliore rispetto a quello della Roma”

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Dopo le dichiarazioni rilasciate dal presidente Pallotta questa mattina, è arrivata come prevedibile la risposta del Milan, pronunciate dall’ad Marco Fassone: “Sono sbalordito quando ho letto queste dichiarazioni. In primo luogo per lo stile: è inusuale che un club attacchi in modo così diretto un’altra consorella. In secondo luogo per le imprecisioni contenute in queste dichiarazioni. Sentir dire che la proprietà del Milan non ha i soldi per comperare il club quando tutti sappiamo che qualunque operazione di questa entità viene effettuata abitualmente con la leva finanziaria. Si parla poi di cifre totalmente sbagliate. Ormai tutti sanno che la parte relativa al fondo Elliott per finanziare l’acquisizione del club è di 180 milioni su un valore del club di 740 milioni.

Non so a cosa si riferisce quando dice pagheranno le conseguenze, non so se prenderla come una minaccia o meno. Noi abbiamo emesso un bond pari a 50 mlioni di euro totalmente destinato al finanziamento della campagna di quest’estate. Ora siamo ampiamente al di sotto del consumo di questo bond. Ci sono dei piani pluriennali presentati a un consiglio d’amministrazione con persone del calibro di Paolo Scaroni, Marco Padoano, Roberto Cappelli che già da soli dovrebbero rappresentare una garanzia, presentato inoltre anche all’Uefa nell’ambito di un Voluntary Agreement. Il bilancio è pubblico, lo farò vedere se vuole Pallotta. Se erano minacce quindi le respingo totalmente.

Io non so come possa pensare che gli stipendi diventino uguali ai ricavi. Il nostro piano prevede che quest’ultimi siano compresi tra il 50 e il 60%. E quest’anno è così. Siamo partiti da una soglia molto bassa perché nella gestione precedente gli stipendi erano al di sotto di un’asticella ampiamente competitiva. 120 milioni rispetto al fatturato di 740 è in percentuale straordinariamente migliore rispetto a quello della Roma che ha la sfortuna di essere pubblico in quanto quotato in borsa.

Noi manager cerchiamo di essere razionali. Ogni nostro investimento è calcolato. È basato sul fatto che si pensa di ripianarlo e ripagarlo con i ricavi aggiuntivi che quest’investimento farà. I giocatori che abbiamo preso sono asset della società, danno valore alla società. Gli asset sono prevalentemente o quasi tutti asset giocatori che abbiamo acquisito, giovani di grande prospettiva e potenziale che noi pensiamo ci possono dare risultati sul campo nel breve ed economici nel medio lungo periodo. Quando lui vorrà sono a sua disposizione per confrontarci sui rispettivi bilanci. Le critiche fatte in questo modo un po’ di fastidio me lo danno”.

F.M.

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